Amare la cultura? Sì, ma tutto l’anno
su la Repubblica dell’11 febbraio 2010,
di Francesca Cilluffo, Responsabile Cultura per il Pd
Caro direttore, gli anniversari e le feste sono un’occasione per ricordare e lanciare messaggi. Il giorno della memoria, la festa della donna, così come il 1° maggio o il 2 giugno. Per la cultura esiste addirittura una settimana. Nel 2010 il Mibac (Ministero per i Beni e le Attività culturali ha deciso che sarà dal 16 al 25 aprile: sette giorni di musei aperti e iniziative culturali in tutta Italia.
Peccato che lo sappiano in pochi e che sia più facile promuovere la cultura con San Valentino. UN MESSAGGIO semplice e utile se facilita l’accesso alla cultura: meglio regalare un libro che fiori e cioccolatini, ma forse è più una questione di abitudini che di festeggiamenti. Non dimentichiamo che San Valentino resta la festa degli innamorati e la cultura, come l’amore, non può essere al centro dell’attenzione solo una volta l’anno. E’ indispensabile puntare sulla cultura come formazione per trasmetterla con bellezza ai bambini fin dall’inizio. Non solo nelle scuole, dove si è vincolati dai programmi ministeriali ma anche nelle biblioteche, dove si possano coltivare interessi diversi. Luoghi dotati di connessioni internet veloci, con archivi accessibili e dove le iniziative – spesso già presenti e di qualità – abbiano i fondi per coinvolgere il pubblico. A Torino, non dimentichiamo il cantiere della nuova biblioteca centrale che potrebbe dialogare con il polo museale in progetto nella ex Ogr. La formazione genera cultura ma anche creatività artistica e innovazione tecnologica, nuove idee e nuovi metodi per guardare al futuro con la consapevolezza del nostro passato. Le qualità artistiche vanno curate e fatte crescere con borse di studio e reali opportunità.I talenti che arrivano sul territorio comincinoa lasciare qualche sapere: non solo ritirare premi o ricevere encomi, ma anche tenere stage o atelier, che facciano crescere nuove professioni qualificate.
Valorizzare il Centro del Restauro di Venaria aggiungendo anche una Scuola di restauro per opere di arte moderna e contemporanea, potrebbe essere un inizio.
La cultura è prima di tutto per chi vive nel territorio. Poi, se d’eccellenza, diventa richiamo anche per l’esterno. Il Piemonte deve essere orgoglioso delle sue tradizioni, senza peccare d’egocentrismoe sapendo valorizzare i suoi veri punti d’eccellenza.
Il circuito delle Residenze Reali- dai castelli di Aglièe Reale di Casottoa Rivoli e Govone – è un patrimonio Unesco che racconta un passato glorioso. La Francia ha i suoi castelli della Loira, la Spagna i Paradores, perché non puntiamo anche noi su poche ma strategiche iniziative culturali per il turismo? Amare la cultura significa anche darle regole certe: è necessario dotarsi di una legge regionale organica ed in sintonia coni tempi. Ben venga, quindi, il San Valentino della cultura ma occorre anche capire in quali direzioni stia andando la cultura oggi e quali problemi si troverà ad affrontare in un futuro sempre più complesso e interculturale. Altrimenti rischiamo di pensare alla cultura solo in un giorno di festa o per un regalo speciale.