Dipartimento Scuola e Università
Il ddl Gelmini: una riforma necessaria, una legge sbagliata. Le proposte del PD al Senato
La riforma dell’università è necessaria, ma la proposta di riforma del governo è profondamente sbagliata. Il Senato discute una legge che rappresenta la conferma della scelta strategica di questo governo: disinvestire nel sapere, affossare il sistema universitario e della ricerca italiana. Lo dimostrano i tagli di 1,4 miliardi di euro (il 20% delle risorse totali) e le recenti pesantissime misure della manovra, che colpiscono duramente chi lavora nell’università, con una intensità particolare per i più giovani, e i precari, molte migliaia dei quali nel prossimo anno sono destinati a perdere il lavoro senza alcuna tutela sociale.
Dunque un progetto che così è carta straccia, perché privo della copertura finanziaria per essere attuato.
Un progetto che, nel merito, è profondamente sbagliato. A partire dalla sua impostazione, centralista e burocraticista. Si produrrebbe un mostro normativo insensato e incapace di affrontare le principali questioni: il sostegno agli studenti meritevoli, il riequilibrio generazionale nell’accesso e nella carriera docente, trasparenza sulla valutazione degli atenei e sulla ripartizione delle risorse. A questo progetto il PD si oppone, proponendo un disegno alternativo, definito attraverso una serie di proposte specifiche contenute negli emendamenti che verranno discussi nei prossimi giorni dall’Aula di Palazzo Madama.
Le nostre proposte sono rivolte a quattro obiettivi prioritari: 1) destinare risorse per gli studenti meritevoli ancorché privi di mezzi, così come prevede dalla Costituzione, ma non il disegno del governo; 2) nuove regole per ricercatori e docenti, con l’abolizione del precariato intellettuale, ampi spazi e percorsi rapidi di carriera, forte ricambio generazionale per portare accesso nel ruolo, età media dei docenti e età di pensionamento nella media europea; 3) costruire un sistema universitario efficiente e coeso: autonomia, responsabilità e valutazione per gli atenei; regole chiare per la ripartizione delle risorse, basata principalmente proprio sulla valutazione; 4) investire realmente nell’università e nella ricerca, ripristinando le risorse ordinarie oggetto dei tagli degli ultimi anni e programmando investimenti che ci portino in dieci anni alla media europea. [segue]
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