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L’edilizia scolastica fuori dal patto di stabilità

Istruzione. Gli strumenti da mettere in campo per non strangolare il sistema subalpino

sul Sole24 Ore Nord Ovest del 3 novembre 2010 – di Gianna Pentenero

La scuola e l’università in Piemonte stanno vivendo uno delle stagioni più difficili. Al momento la Giunta ha garantito le stesse risorse dell’anno passato sulla legge 28, tuttavia 10 milioni di euro saranno destinati ad assumere insegnanti. Spendere risorse regionali per una competenza dello Stato è la dimostrazione che siamo in presenza di un assai bizzarro federalismo che vede gli enti locali costretti a coprire  i buchi creati dai tagli del Governo. In questo modo non si fa altro che indebolire il diritto allo studio che costituisce una leva fondamentale per garantire sia l’innalzamento dell’alfabetizzazione sia l’alta formazione.
A ciò si aggiunge la decisione della Giunta di mettere a bilancio per il 2011 circa 7 milioni di euro a favore dell’Edisu. Il contributo della Regione è passato dai 27 milioni del 2009 ai 17 del 2010, a cui vanno aggiunti i contributi statali (12,4 milioni nel 2009 mentre per l’anno in corso non sono ancora stati determinati ma dovrebbero aggirarsi intorno ai 7). Gravi saranno ripercussioni sulle borse di studio indispensabili a migliaia di universitari, mettendo a serio rischio l’ospitalità per gli studenti che vengono da fuori. Si tratta di una scelta miope, perché aumentando l’attività dell’Edisu in questi anni è cresciuta l’attrattività dei nostri atenei, con ricadute positive sui servizi per gli studenti e per il territorio. Sul Lavoce.info Federica Laudisa, ha citato proprio il Piemonte come caso emblematico del rischio di una scomparsa del diritto allo studio universitario “se alla scure statale si somma quella regionale. La manovra finanziaria Tremonti, difatti, avrà ripercussioni anche sul sostegno allo studio poiché grava sulle Regioni la spesa per interventi e servizi agli studenti universitari, incluso una quota parte di quella per borse di studio”.
Ma vi è un’altra questione che merita attenzione per le conseguenze che potrebbe produrre: l’idea di affrontare il problema della sicurezza scolastica attraverso la creazione di una ‘Scuole Spa’. Un’idea centralista, pericolosa e penalizzante per gli enti locali.
Già oggi i Comuni e le Province possono ricorrere al project financing, ma nell’ambito della loro autonomia, mentre affidare le scuole ad un’apposita Spa creata dal Governo è qualcosa di antitetico al decentramento. In secondo luogo, i circa 3.200 edifici scolastici piemontesi sono un patrimonio delle comunità locali che non può essere svenduto per mere alchimie finanziarie ad una Spa gestita a Roma. Infine, con questa soluzione non si farebbe altro che accrescere la spesa corrente: i nostri enti locali, oltre a quanto già spendono per garantire il funzionamento ordinario delle scuole, rischierebbero di dover pagare onerosi affitti alla Spa.
E’ davvero sconcertante vedere il Governo che da un lato strangola i Comuni con il patto di stabilità e con i tagli operati con la manovra finanziaria, e dall’altro voglia mettere le chiavi delle nostre scuole in mano ad una Spa.
Sarebbe più opportuno che il Governo si adoperasse per escludere dal patto di stabilità gli investimenti relativi all’edilizia scolastica e attivasse un fondo per garantire condizioni agevolate per la contrazione di mutui a favore della manutenzione e della sicurezza delle scuole.

Gianna PENTENERO
Consigliere regionale PD