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RESCHIGNA: “IL RISCHIO DI DEFAULT ADESSO E’ UNA POSSIBILITA’ REALE”
Diego Longhin su La Repubblica, Edizione Torino, del 14 marzo 2013
Il capogruppo del Pd lancia l’allarme: “Non ci hanno mai voluto ascoltare”
Aldo Reschigna, capogruppo del Pd a Palazzo Lascaris, il sindaco Fassino si è detto preoccupato dal «rischio default» della Regione. Il Piemonte può davvero fallire?
«La situazione è molto preoccupante. Il rischio è più che mai concreto, basta guardare i numeri. E non c’è solo un problema di default. La Regione può fallire per due motivi. Perché ha una situazione di squilibrio tra spese e uscite. Oppure perché i provvedimenti sono tali di ridurre ai minimi termini le politiche. Cessa di essere un ente che incide sulla vita dei piemontesi. Cessa di svolgere il proprio ruolo. Sta in piedi, in malo modo, solo per mantenere se stessa. E questo rischia di essere il vero pericolo».
La situazione qual è?
«Dalle tabelle consegnate da Cota e dall’assessore Quaglia il
quadro è drammatico. Da un anno denunciamo uno scivolamento verso una situazione di bilancio non sostenibile. Mai Cota ci ha dato ascolto. Ora i nodi vengono al pettine».
Un esempio?
«Il Piemonte ha una disponibilità a finanziare con 95,5 milioni le politiche sociali, la cultura, lo sport e il turismo, l’istruzione e il diritto allo studio, le funzioni
delegate alle Province. Direzioni che tutte insieme nel 2012, un anno già segnato da pesanti tagli, hanno speso oltre 200 milioni. Bastano questi due numeri per capire. Nel 2013 c’è a disposizione meno della metà delle risorse. È il segno della gestione disastrosa della Regione da parte di questa giunta, nonostante l’utilizzo di 300 milioni dai fondi fas, sottratti agli investimenti e al
sostegno dell’economia per finanziare spesa corrente».
Cota oggi vi chiede «collaborazione ». Cosa rispondete?
«Che noi sentiamo forte, anche stando all’opposizione, il senso di responsabilità rispetto alla comunità piemontese. E non possiamo permettere che la Regione si trasformi in un ente che come missione sostenga solo se stesso. Per cui risponderemo
a Cota, ormai in panico per i conti, nei prossimi giorni e presenteremo una serie di proposte
per cambiare indirizzo».
Quali?
«La Regione deve diventare più leggera, si devono ridurre le miriadi di società, oltre alle sedi, sul territorio. E deve delegare funzioni ad altri enti. Una Regione più leggera e più moderna».
Quindi pronti a votare i provvedimenti se andranno in questa direzione?
«Nessuna operazione consociativa e di corresponsabilità rispetto a questo governo regionale. Le proposte le faremo noi con un obiettivo preciso: per il Pd è necessario andare al più presto al voto, in tempi rapidi, mettendo però in sicurezza i conti e invertendo la rotta. Ha un senso un governo regionale che porti la Regione verso un abbandono delle politiche sociali, della cultura, dei trasporti?».