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Fassina: “Non sono crumiri, ridicolo il tentativo di ribaltare il senso delle cose”

Intervista a Stefano Fassina su La Stampa del 16/5/2013 – di Francesca Schianchi

Nel commentare i fatti di ieri l`altro a Chiomonte, «molto gravi, anche perché non si è trattato di un episodio isolato e improvviso, ma di una tappa di un percorso che va avanti da tempo», il viceministro all`Economia Stefano Fassina, già responsabile economico del Pd, ci tiene però a distinguere tra chi dissente pacificamente e chi usa violenza, «non regaliamo a un gruppuscolo violento e iperminoritario il marchio No Tav». E ci tiene a difendere gli operai che lavorano al cantiere, definiti ieri «crumiri» da un blog della vasta galassia del movimento, persone che «si fanno strumento della loro stessa controparte, tradiscono la propria comunità e la loro terra», fanno una «scelta egoista» che «li condanna meritatamente a una difficile convivenza sul territorio». Un post portato anche, spiega l`Ansa, all`attenzione della procura di Torino.


Che ne pensa?
«Trovo inaccettabile che si tenti una equiparazione tra gli operai che lavorano al cantiere e i crumiri, un tentativo di delegittimare, isolare e intimidire uomini e donne che stanno facendo il loro lavoro. I crumiri sono coloro che indeboliscono iniziative di lotta condivise dalla stragrande maggioranza dei lavoratori. Qui invece ci sono operai che hanno il solo torto di lavorare a un progetto che ha attraversato tutti i passaggi democratici prima di essere avviato. Un tentativo ridicolo di ribaltare il senso delle cose».
Criticando i più deboli, i lavoratori…
«Qualche mese fa, in autunno, abbiamo fatto come Pd una giornata di discussione in Val di Susa. Abbiamo ascoltato lavoratori, imprenditori, forze dell`ordine, amministratori locali: quello che è venuto fuori, è stata l`esigenza di evitare che persone che fanno onestamente il proprio lavoro debbano mettere a rischio la loro attività e la tranquillità delle loro famiglie».
In un momento in cui può capitare, come l`altra notte, un assalto al cantiere…
«Va ripristinata in pieno la legalità, in un`area dove da troppo tempo una presenza iperminoritaria si arroga il diritto di rappresentare un movimento e una parte di cittadini della Val di Susa».
Il ministro dell`Interno Alfano ha detto «noi siamo lo Stato e reagiremo». Cosa può e deve fare allora la politica?
«Il progetto e l`esecuzione della Tav sono stati profondamente segnati dal confronto coi cittadini della Val di Susa. Certamente compito delle istituzioni continua a essere quello di rimanere in ascolto di quanti dissentono nella legalità, ma il progetto deve andare avanti».
Vuole dire che non ci sono più margini di discussione?
«Il confronto va tenuto sempre aperto, dal Parlamento come dai Consigli comunali dei centri direttamente interessati. Ma distinguerei tra chi vuole confrontarsi e chi invece porta avanti in modo strumentale proteste violente per avere visibilità mediatica».
Il ministro dell`Interno Alfano ha detto «noi siamo lo Stato e reagiremo». Cosa può e deve fare allora la politica?
Dice che è quello il fine?
«Dico che capisco le ragioni di un movimento portatore di una visione alternativa di sviluppo. Sono domande di grande rilevanza politica. Ma il punto è sempre come si portano avanti le idee. Mai con la violenza».