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Liste d’attesa per le visite mediche Ecco i numeri della vergogna

Alessandro Mondo su La Stampa del 8/10/2013

Per poter fare una mammografia occorrono quasi 400 giorni

Il prossimo dossier, già annunciato, riguarderà i tempi di attesa per gli interventi chirurgici: come i tre anni (tre) per sottoporsi a un’operazione di chirurgia della mano al Cto. Parola di Nino Boeti, consigliere regionale in quota Pd nonchè specialista in Ortopedia al Cto e al Maria Adelaide.

L’ingorgo

Ma basta sfogliare il «report» sulle liste di attesa per le prestazioni sanitarie, presentato ieri dai democratici in Regione, per rendersi conto che la sanità piemontese ha ancora molta strada da fare. O da recuperare, come precisa il Pd, che preferisce parlare di perdita di terreno rispetto agli ultimi anni: 245 giorni di attesa per una visita oculistica al Poliambulatorio di Ivrea, 356 per una visita cardiologica al Poliambulatorio Toscana (Torino), 254 giorni per un’ecocardiografia al San Luigi di Orbassano. Fino ai 454 giorni per una mammografia all’ospedale di Tortona ma a Chieri non scherzano con quasi 400. Fa fede la casistica riportata nella tabella, aggiornata ad agosto 2013.

Le cause

Secondo il Pd – rappresentato in conferenza stampa dal capogruppo Aldo Reschigna, con i colleghi Boeti e Ronzani – la prova provata che il blocco del turn-over, complice il peso del ticket su ogni prestazione, rende i tempi insostenibili e spinge progressivamente una quota sempre più significativa dei piemontesi verso la sanità privata. «Già oggi – spiegano Reschigna e Boeti – in molti casi le liste di attesa sono triplicate o quadruplicate. E si badi bene, siamo partiti dai tempi di attesa superiori ai tre mesi. Cosa fa l’assessorato? Latita, della questione non si parla più».

L’accusa

Accusa pesante, visto che l’abbattimento, se non l’eliminazione delle liste di attesa, ha sempre rappresentato un punto-cardine di Roberto Cota e della sua giunta. Un quadro che in assenza di politiche a medio e lungo termine rischia di peggiorare. Pesa in primis il blocco del turn over. Pesa la mancanza di specialisti per lacune discipline, e più in generale l’eccesso di medicalizzazione: fenomeno italiano. Boeti: «Che senso ha prescrivere la risonanza magnetica a un anziano che fatica a camminare? Anche un bambino sa che si tratta di artrosi. Invece facciamo quintali di risonanze che non servono a nulla».

Le proposte

Allo stesso modo, sono diversi gli esempi di quello che, stando al Pd, si potrebbe fare per alleggerire la situazione: dall’appropriatezza delle richieste all’inserimento nei Cup dei centri privati accreditati, dalle prestazioni aggiuntive da parte degli ospedali per le attese maggiori, e le patologie più gravi, alla pulizia periodica delle liste di attesa. Aggiunge Reschigna: «Se un paziente viene prenotato a sei-sette mesi, è probabile che si organizzi per conto suo».

La replica

Situazione nota in assessorato. «Le soluzioni possibili riguardano l’allargamento dell’orario di erogazione delle prestazioni, il potenziamento dell’accesso diretto, una razionalizzazione delle strumentazioni sul territorio, una più stretta collaborazione tra pubblico e privato, un maggior coinvolgimento del medico di medicina generale sul tema dell’appropriatezza prescrittiva – spiega l’assessore Cavallera -. Per quanto riguarda il sistema di prenotazione Sovracup e il monitoraggio dei tempi delle liste d’attesa, crediamo che sia possibile migliorare, in tempi brevi, anche con l’ausilio delle tecnologie e con una più ampia e tempestiva messa in rete dei dati riguardanti le agende di prenotazione delle aziende sanitarie sul territorio».

Il dossier con i dati delle liste di attesa oltre 90 giorni in Piemonte