Morgando: “Si dimetta chi è rinviato a giudizio”
la Repubblica del 19/11/2013
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LA MINORANZA auspica le dimissioni della maggioranza e recalcitra all’idea che debba essere l’opposizione a lanciare il segnale. Il segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando la prende da lontano: «Se devo dare credito a quello che leggiamo sulla situazione, pare che il rinvio a giudizio sia piuttosto ampio per il centrodestra, mentre il coinvolgimento sembra molto limitato per il centrosinistra. Aspettiamo di vedere se sarà così», è il suo incipit nella sede del gruppo regionale di via Arsenale. Dopo aver invocato le dimissioni di Cota a seguito della sentenza della Cassazione, non può sottrarsi all’analisi sull’epilogo di Rimborsopoli.
Nel palazzo dell’opposizione, dove i telefoni di molti squillano a vuoto (Idv, Sel, Moderati), i sentimenti rispetto alle due vicende si mescolano, le speranze per un’uscita di scena anticipata del presidente sulla vicenda delle firme false si mischia alla preoccupazione per gli esiti dell’inchiesta sui rimborsi dei gruppi. Le iniziative del Pd dipenderanno da come andrà a finire. Le ragioni per invitare Cota ad andare a casa non fanno che moltiplicarsi, insiste il segretario regionale, ma «Cota si conferma impermeabile ». Morgando invece non cede di fronte all’ipotesi di un addio in massa dell’opposizione per dare l’ultima spallata: «Per ora non ho cambiato idea e non penso che sia la soluzione giusta ma rifletteremo di fronte a questi fatti nuovi. Per il momento penso che siano quelli rinviati a giudizio a dover lasciare». Aldo Reschigna condivide e ribadisce che da molto tempo ormai l’obiettivo del Pd è la fine della legislatura. I democratici hanno fatto la loro parte, è il messaggio. Per il resto, dice il capogruppo a Palazzo Lascaris, «credo di aver spiegato tutto e da questo punto di vista sono sereno». Mercedes Bresso è serena sulla sua vicenda personale e sull’ipotesi dimissioni da parte dell’opposizione, dice: «Non cambia nulla, non serve. Penso che si debba dimettere chi si è fatto rimborsare per spese personali». Davide Gariglio, expresidente del Consiglio, dice: «Perché vi sia un effetto ci vuole la maggioranza, le firme erano state raccolte ma la maggioranza non c’era». Ma dalla base del partito partono i primi segnali. Diego Sarno, assessore a Nichelino, renziano, chiede alle opposizione un gesto più radicale come la promozione di una mozione di sfiducia e dimissioni in blocco, a partire da un consiglio regionale aperto». In passato era stata Eleonora Artesio della Fds a lanciare la proposta di dimissioni. Una sollecitazione arrivata anche dal senatore Pd Stefano Esposito e dal vicepresidente del Consiglio Roberto Placido.