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Furia (Pd): «Dialogo coi 5S ma in loro non vedo cambi di atteggiamento»

Intervista a Paolo Furia sul Corriere Torino del 29/01/2020 – di Giulia Ricci

«Da Di Maio allo scarso consenso di Appendino in città fino ai voti in Emilia si vede che i grillini stanno attraversando una crisi: alla fine del loro tunnel non si sa cosa ci sarà»

«Torino sia simbolica per tutta Italia com’è stata l’Emilia Romagna». L’appello è del segretario regionale del Pd Paolo Furia, che spera come le elezioni comunali del 2021 diventino anch’esse emblema della lotta contro la Lega. «E sul dialogo, ora la palla passa al Movimento 5 Stelle». Segretario, i dem cosa possono imparare dall’Emilia? «Che è in corso la bipolarizzazione tra destra e sinistra: i cittadini vogliono la semplicità di alternative; che c’è un’apertura di credito verso il nuovo Pd e Zingaretti; e poi che ha fatto molto la paura verso chi accarezza solo gli istinti peggiori dell’essere umano. La Lega ha subito una battuta d’arresto, ma non è sconfitta, e sarà l’avversario anche a Torino».

Quale ricetta vincente può essere replicata? «Smetterla di perdere tempo a discutere di alchimie su forze politiche e provare a suscitare passione civica fuori dai confini di chi è già iscritto. Riaggregare i partiti ex Pd è importante, ma non basta: lo dimostra il fatto che, per fare un esempio a me vicino, a Biella i tesserati sono addirittura cresciuti nel post scissione».

E le sardine? «Vorrei incontrarle e discutere di un progetto da qua a 20 anni, per riaggregare intorno ai nostri valori quelle fette di popolazione che si sentono abbandonate. E in generale, se le forze civiche non si palesano, dobbiamo far loro il filo, convincerle che non è strumentalità, ma ridare un buon governo a Torino perché non cada nelle mani del centrodestra».

Anche il centrodestra punta a un civico… «Mi pare evidente chi sia il loro socio di maggioranza: quello che ha tenuto fermo il Consiglio regionale per il referendum, quello di Bibbiano. Ogni operazione civica costruita e calzata su una destra a trazione leghista è un inganno e sfido il gruppo dirigente di questa città, le personalità dedite al buon governo, a prestarsi a un simile inganno».

E il Movimento 5 Stelle? «Da Di Maio, allo scarso consenso di Appendino in città, ai voti in Emilia si vede che il M5S sta attraversando una grande crisi: alla fine del loro tunnel non si sa cosa ci sarà. Fatta salva la discontinuità rispetto a questa giunta, non conosciamo ancora il futuro».

Zingaretti ha parlato di alleanza alle regionali… «Su questo, la palla è in mano i 5 Stelle. I segnali di apertura verso di loro sono arrivati dal nazionale e interpretati in vari modi sul locale, ma non vedo un cambio del loro atteggiamento. Bastano le parole di Appendino di ieri. Essere dialoganti è scontato e giusto: i gialloverdi hanno governato da nemici e sono caduti in sei mesi».

E cosa pensa della capogruppo Valentina Sganga, che parla del M5S come partito delle periferie? «Questo genere di considerazioni non aiuta il dialogo. Lì hanno ceduto il voto alla Lega. In realtà loro rischiano di non arrivare da nessuna parte. Dovremmo porci tutti insieme il tema di come raggiungere tanti elettori in difficoltà economica e sociale».