Rossi: “Allontanamento zero” Un’aberrazione linguistica e culturale. Basta propaganda sulla pelle dei bambini
E’ partita ufficialmente la discussione sul DDLR, noto come “Allontanamento zero”, presentato dall’Assessore Caucino, sul quale si è già sollevato coro di critiche da parte di università, famiglie affidatarie, assistenti sociali, sindacati, operatori professionali dei consorzi socio-assistenziali: 40 docenti di tutta Italia, tra i quali molti pedagogisti, si sono mobilitati contro questo provvedimento.
«Il Gruppo del PD – dichiara il vice-presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi – si opporrà con tutte le sue forze al ddl “allontanamento zero”, che, già nel titolo, si presenta come un’aberrazione linguistica e culturale, nata sulla scia del “caso Bibbiano”, usato come propaganda a livello nazionale dalla destra italiana. Si parte dal presupposto errato che l’allontanamento sia sempre un male, mentre la permanenza in famiglia sempre un bene, senza valutare il benessere del bambino che deve sempre essere al centro. Ma a smontare questo surreale immaginario ci sono i numeri e il lavoro dei professionisti che, quotidianamente, sono impegnati a gestire situazioni complesse e delicate, un lavoro che rischia di essere compromesso dallo spericolato gioco della propaganda politica».
«Una strumentalizzazione – aggiunge Rossi – che, sulla base di singoli casi, mina la credibilità di un modello di sostegno ai minori e alle famiglie costruito in Piemonte in tanti anni e che mette sotto accusa la generosità dei tanti nuclei familiari che in questi anni si sono fatti carico di situazioni molto difficili. Non è un caso che già nei giorni precedenti l’inizio dell’iter istituzionale assistiamo a una forte mobilitazione, di gruppi autonomi dalla politica, convinti, come noi, che tale proposta voglia imporre un modello familiare e sociale che non tenga conto effettivamente della tutela dei minori e che svilisca il lavoro dei servizi pubblici e le professionalità di lavoratori e lavoratrici».
“Questo ddl, infine, è così importante che non prevede nuovi fondi. E’ a saldo zero, non prevede nuovi fondi – conclude il vice-presidente – mentre occorrerebbero risorse aggiuntive, per svolgere azioni di supporto alla genitorialità e assumere nuovi educatori, medici, psicologi, assistenti sociali e per rendere stabili i contratti precari. Si dirottano risorse già dedicate alle politiche sociali con la conseguenza di metteranno in crisi gli enti gestori”.