Sanità – Il nuovo numero unico non funziona
L’aumento degli accessi inappropriati al pronto soccorso, vera emergenza di questi mesi, è aggravato dalle modalità di applicazione del nuovo numero unico 116117 in Piemonte.
Se infatti questo numero era nato proprio per scaricare i pronto soccorso e per affiancare i medici di medicina generale di notte e nel week end, oggi le sue carenze stanno aumentando il ricorso al pronto soccorso.
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OGGI SULL’EDIZIONE TORINESE DE LA STAMPA: L’aumento degli accessi inappropriati al pronto soccorso, vera emergenza di questi mesi, è aggravato dalle modalità di applicazione del nuovo numero unico 116117 in Piemonte.
Se infatti questo numero era nato proprio per scaricare i pronto soccorso e per affiancare i medici di medicina generale di notte e nel week end, oggi le sue carenze stanno aumentando il ricorso al pronto soccorso.
In Piemonte ci sono 4 centrali, Torino, Cuneo, Novara ed Alessandria.
Per fare qualche esempio sull’inefficienza del nuovo sistema, a dicembre 2021:
il tasso di abbandono medio del chiamante nella CUA (centrale unica armonizzata) di Cuneo era del 52,89%,
mentre il tempo medio di attesa nella CUA di Torino per parlare con un operatore era di 558 secondi, cioè 9 minuti, che sono tantissimi se si pensa che si tratta di un tempo medio e che dall’altro capo del filo può esserci una persona con problemi urgenti.
La continuità assistenziale è un LEA – Livello Essenziale di Assistenza – che ormai in Piemonte è del tutto compromesso.
La centralizzazione si è rivelata deleteria, si sono perse capillarità, personalizzazione e tempestività, si è erroneamente trasferito il modello operativo della medicina d’emergenza (118) alla sanità di territorio e si sono appesantite le procedure con schede troppo lunghe da compilare, con uno screening iniziale di tipo meramente cronologico e non clinico, che non consente di dare priorità alle situazioni più urgenti.
Occorre una revisione urgente del modello.
L’assessore Icardi dia finalmente disponibilità a interloquire sul tema con i consiglieri regionali, i sindacati e gli ordini professionali, prima che i ritardi causino controversie legali e danni sanitari irreparabili.
Aggiungo infine che è quantomai scandaloso che un’elaborazione effettuata dai tecnici dell’assessorato il 25 marzo 2022, a seguito del mio accesso agli atti di febbraio, sia stata trasmessa alla scrivente soltanto il 4 agosto. Un segno evidente della scarsa trasparenza dell’assessore e della volontà di insabbiamento politico della questione.
Monica Canalis
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