|  | 

Homepage

L’impegno del PD Piemontese per la legalità democratica

Carissime, carissimi, nei prossimi mesi saremo impegnati in una campagna elettorale importantissima. L’8 e il 9 giugno si svolgeranno elezioni in 800 comuni piemontesi, per la Regione e per il rinnovo del Parlamento Europeo.
Non ci mancano certo le idee e le proposte per questi appuntamenti. Il Partito Democratico è in campo per la sanità pubblica, il diritto allo studio, la transizione ecologica e digitale, il lavoro, l’attenzione ai più fragili e per gli Stati Uniti d’Europa.
Sappiamo che le idee camminano sulle gambe di persone in carne ed ossa che decidono di mettersi in gioco e di farsi carico di onori e oneri legati alla rappresentanza. Proprio la selezione della classe dirigente è una delle funzioni più importanti dei partiti e dei movimenti politici.
Spetta a noi mettere in campo tutte le energie necessarie a tenere alta l’autorevolezza della politica mettendo al centro della nostra attenzione anche il tema della legalità, con particolare attenzione al contrasto dei fenomeni mafiosi. Negli ultimi 15 anni, una lunga serie di inchieste giudiziarie e di processi, a partire dalle operazioni Il Crimine/Infinito del 2010 e Minotauro del 2011 ha dato evidenza del radicamento delle mafie nelle regioni del nord, incluso il Piemonte. Tra le ragioni che hanno consentito questo radicamento certamente dobbiamo anche inserire un lungo periodo di sottovalutazione, se non di negazione, anche da parte della politica, che ha generato un vero e proprio “cono d’ombra” su questi fenomeni.

Comincia così la lettera inviata dal Segretario regionale a tutte le coordinatrici e i coordinatori del PD Piemonte per sottolineare l’impegno del PD Piemontese verso la legalità democratica. Da un lato c’è un tema culturale di fondo: per troppo tempo la politica ha sottovalutato, quando non addirittura negato il problema, ma oggi sappiamo che non è più possibile farlo, grazie al lavoro della Magistratura e delle Forze dell’Ordine e alle loro indagini che hanno coinvolto anche il Piemonte. Pensiamo a Minotauro, Albachiara, Colpo di Coda, Esilio, Tutto in famiglia, Barbarossa, Carminius e Cerbero. 

Per questo siamo conviti che serva rimettere il tema della legalità al centro della politica. Lo faremo nel futuro, ma lo abbiamo già fatto in questo tempo organizzando 5 incontri con i GD, prevedendo una tappa della conferenza programmatica sul tema della legalità e con le battaglie di questi anni nelle istituzioni. Pensiamo all’impegno sul tema del Gioco d’Azzardo Patologico,  ma anche alla Legge sulle cave e all’impegno per i beni confiscati, oltre che alla promozione dei protocolli anti-usura. Tutto questo mentre la destra ha promesso di impegnarsi, ma non lo ha fatto: dopo l’arresto di Roberto Rosso il Presidente Cirio aveva promesso un Codice etico e dei percorsi di formazione per la classe dirigente, ma niente di tutto ciò ha preso vita. Da tempo, poi, ribadiamo, inascoltati, la necessità di riformare la Commissione legalità della Regione Piemonte.

Oggi nessuno si può più permettere di sottovalutare questi fenomeni. La lotta alle mafie è in cima alle nostre priorità e richiede attenzione e pratiche adeguate in tutti i territori. Dove le mafie prendono piede i diritti si trasformano in favori, l’economia sana lascia il posto a quella malata e si impongono soprusi e violenza. È la Costituzione ad essere umiliata. Si tratta di un tema delicato, non facile da svolgere, ma va affrontato con rigore.