TV dei ragazzi, Cilluffo: perché chiuderla?
Chiude Melevisione, uno degli ultimi programmi per bambini disponibile sui canali pubblici. Il Consiglio di Amministrazione della RAI ha infatti stabilito consistenti tagli per la Tv dei ragazzi su Rai3. Da ottobre 2010 niente Melevisione, Trebisonda, il Tg dei Ragazzi e Zorro. Passeranno sul digitale? Forse.
In Italia negli ultimi anni stanno progressivamente scomparendo formule di intrattenimento educativo pubblico, anche se non paragonabili a quello che fu Non è mai troppo tardi del maestro Tanzi che negli anni ‘60 ha insegnato a leggere e scrivere a quasi un milione di italiani, o allo storico programma Chissà chi lo sa ideato negli anni ’70 da Cino Tortorella, il mago Zurlì dello Zecchino d’Oro.
Quale TV guardano oggi i ragazzi tra i 4 e i 14 anni? Lo share pomeridiano della Rai è in progressivo declino. Solo i figli dei genitori che possono permettersi Sky guardano i programmi sul satellitare, magari con l’attivazione di “parental control”. Al resto dei piccoli, che sono più della metà degli ascoltatori, non restano che i cartoni animati oppure programmi come “Uomini e Donne” e “il Grande Fratello”, confezionati in una fascia pomeridiana per sollecitare emozioni forti. C’è da chiedersi che cosa produrrà tutto questo? Quale cultura? Di chi è la responsabilità?
Sarebbe giusto che la televisione, almeno quella pubblica, si interrogasse sul suo ruolo educativo e culturale, creando e sostenendo programmi di qualità nelle giuste fasce orarie controllando con attenzione la pubblicità negativa come già si fa nei paesi scandinavi.
La Melevisione comunicava con ingenuità attraverso le fiabe, la fantasia, attraverso un mondo vero ed inventato per far crescere la capacità creativa. Perché chiude? Una nota della RAI rassicura che con il Digitale terrestre ci saranno nuovi investimenti e un’offerta più mirata e che sarà il Centro di Produzione di Torino a realizzare i programmi. Speriamo.
Forse riducendo qualche compenso a veline, calciatori e spogliarelliste invitati al Festival di Sanremo si sarebbe potuto recuperare quanto necessario per continuare con la programmazione della TV dei ragazzi.
Non dimentichiamo che chi si occupa di cultura, dovrebbe preoccuparsi della formazione a scuola, in biblioteca, al museo, ma anche inevitabilmente a casa con una televisione pubblica più trasversale, efficiente ed educativa soprattutto per bambini e ragazzi, futuri cittadini di domani.
Francesca CILLUFFO Responsabile Cultura PD Piemonte
cultura@francescacilluffo.com