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Dipartimento Cultura

Cilluffo: la lingua si protegge diffondendo la cultura

Un recente articolo uscito su La Stampa di Marco Zatterin intitolato “La cultura salverà la Lingua” conferma la necessità di sostenere la cultura e le sue forme espressive. L’Unione Europea riconosce pari statuto a tutte le lingue degli stati membri, ma in pratica le discussioni si svolgono principalmente in Inglese, in Francese o a volte in Tedesco. Questo significa che tutte le altre lingue sono destinate a perdere identità, a morire?

Credo che di questi tempi si faccia un uso e abuso della parola identità, concetto più legato all’individualismo che alla collettività. Certo, è necessario sapere chi siamo, da dove veniamo, avere memoria delle nostre radici, ma allo stesso tempo c’è bisogno di modalità nuove per comunicare e relazionarsi con gli altri, capire e rispettare chi proviene da mondi diversi.

L’esigenza di comunicare ci porta, inevitabilmente, a dover fare dei compromessi ma questo, non credo sia un segno di debolezza, anzi, dovrebbe essere riconosciuto da tutti come una virtù. Ma allora cosa si può fare per salvare una lingua?

Al di là delle battaglie ideologiche sulle identità, credo che si potrebbe fare molto in proposte concrete. Mi riferisco soprattutto ai finanziamenti per la politica di promozione della lingua. A Bruxelles, l’ambasciata francese e belga offre corsi di perfezionamento gratuiti di francese e fiammingo ai giornalisti. L’Italia, attraverso gli istituti di cultura potrebbe fare molto, ma i fondi sono sempre più esigui e le iniziative dimezzate. Per far sopravvivere una lingua è necessario trasmetterne l’amore e la passione, sostenere i nostri autori e registri traducendo in italiano libri e film stranieri e viceversa.

Concordo con Zatterin quando dice che “Servono i soldi e la volontà politica del sistema intero, perché i primi senza la seconda non servono. Non c’è a Bruxelles un complotto italiano. Ci sono lingue e stati determinati nel difenderle. C’è debolezza di un paese, il nostro, in cui le imprese vogliono andare all’estero senza sapere leggere un bando in inglese”.

Riconoscere il valore del nostro passato storico e linguistico è importante tanto quanto la capacità di riconoscere e apprezzare le culture altrui. Solo sostenendo politiche culturali di scambio e apertura, la nostra identità e la nostra lingua potranno crescere, restare floride ed essere riconosciute anche dagli altri.

Francesca Cilluffo – Responsabile cultura PD Piemonte
cultura@francescacilluffo.com