Femminicidio: sì della Camera un passo avanti nelle politiche di contrasto alla violenza
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Su dieci donne uccise nel nostro Paese, sette avevano chiesto aiuto. Da quando è entrato in vigore il decreto sul femminicidio 51 donne sono state salvate e 51 potenziali carnefici sono andati in carcere.
La violenza di genere, inoltre, secondo i dati Onu, è la prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni. Numeri che ci dicono quanto fosse urgente approvare questa legge.
D’altra parte ogni giorno la cronaca ci consegna la drammaticità di questo fenomeno e il messaggio uscito dall’Aula di Montecitorio ha finalmente dato una risposta chiara, forte, completando così un iter iniziato con la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e l’approvazione all’unanimità della mozione contro il femminicidio.
Il lavoro del Gruppo del Partito Democratico ha comunque permesso di migliorare il testo del governo, ne sono esempi il tema dell’irrevocabilità della querela, strumento indispensabile per garantire la libertà e la sicurezza delle donne che sporgono denuncia e la costituzione di una task force per la gestione del fondo anti violenza che assicura il pieno coinvolgimento degli enti e delle associazioni locali.
Ma la violenza sulle donne è un crimine che si riuscirà a sconfiggere solo con un cambiamento culturale. Per questo è fondamentale un piano straordinario per la prevenzione a cominciare dalle aule scolastiche, per proseguire nella formazione di tutti gli operatori del settore, dai centri di assistenza al personale delle forze di polizia. Un’attività che deve riguardare tutto il mondo dell’informazione: è fondamentale infatti trasmettere messaggi basati sui principi dell’educazione al rispetto.
Grazie alle nostre deputate e ai nostri deputati che hanno lavorato efficacemente in Aula e in commissione, il femminicidio sarà contrastato in modo strutturale e il piano d’azione finanziato fino al 2015, rafforzando così il lavoro dei centri antiviolenza e delle case rifugio. E’ stato fatto un grande passo avanti, anche se siamo convinti con la legge di stabilità dovranno essere ottenute nuove risorse. L’offesa più grande ai diritti delle donne va combattuta senza tregua.