|  |  | 

Dipartimento-Forum Sanità Rassegna stampa democratica

Liberalizzazioni, nelle parafarmacie risparmi fino al 70%

su La Stampa del 25 ottobre 2010

Quasi quattromila parafarmacie aperte in Italia dopo la liberalizzazione fatta dal decreto Bersani nel 2006, 250 in Piemonte, di cui 110 solo a Torino e provincia. Hanno dato lavoro a oltre seimila persone e fatto risparmiare agli italiani circa 600 milioni di euro. Sono i dati emersi ieri al convegno promosso dal Pd del Piemonte in cui mondo politico e rappresentanti di categoria si sono confrontati sulla riforma del settore per la quale ad oggi esistono in parlamento dieci proposte di legge.

La differenza al consumatore rischia di non essere ben chiara: le parafarmacie, presenti anche nei supermercati, non sono negozi di cosmetici, ma neanche vere e proprie farmacie. Dietro il bancone c’è un farmacista ma può vendere solo i farmaci da banco, cioè quelli per cui non serve la ricetta. «Di certo – fa notare Bartolomeo Grippo, vicepresidente di Adoc Torino – l’apertura del mercato ha fatto bene alle tasche dei consumatori».

Lo dice anche Altroconsumo che ha preso in esame 144 tra farmacie, parafarmacie e ipermercati in 10 città italiane e scandagliato i prezzi di 68 farmaci da banco: quando si può, conviene acquistarli nelle parafarmacie ma, soprattutto, nei supermercati. Aspirina, antidolorifici, collutori e analgesici possono arrivare a costare fino al 70% in meno. In media la grande distribuzione garantisce quasi il 18% di risparmio rispetto alla farmacia sotto casa. Merito della concorrenza, quindi, se, negli ultimi cinque anni, i prezzi dei prodotti sono aumentati «solo» del 3,4% contro il +19% tra il 2000 e il 2005.

Nel 2009, sono proprio le parafarmacie ad aver incrementato i listini, più 5%, mentre le farmacie sono ferme a un più 2,7%. «È il prezzo all’ingrosso che è diverso. Per i supermercati, ovviamente, vale la regola dei grandi numeri», dice Marco Cetin, presidente dell’Anpi Piemonte, l’associazione delle parafarmacie. In più anche le farmacie hanno iniziato a organizzarsi in gruppi di acquisto per restare competitive, come spiega Marco Cossolo, amministratore delegato di Farmagruppo, associazione di 400 farmacie tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: «Grazie a un accordo con una casa di generici siamo riusciti scontare un’intera gamma di farmaci di uso comune di oltre il 50%».

In città la medaglia d’oro di Altroconsumo per il risparmio è andata alla parafarmacia del Carrefour di corso Monte Cucco: fino al 20% in meno rispetto al prezzo medio. Non è così per il dottor Platter, presidente di Federfarma Piemonte: «Dalle nostre rilevazioni i diversi canali si equivalgono». Eppure la differenza la notano anche i consumatori: «A volte trovo un risparmio di tre o quattro euro – dice Silvia – dovrebbero vendere al supermercato anche i medicinali con ricetta». Per ora la domanda è se farli vendere anche alle parafarmacie mentre il prezzo resterebbe per tutti quello stabilito dal Ministero.

«È una questione di professionalità e servizio ai cittadini. Vorremmo anche fornire servizi integrativi. Con una regolamentazione regionale le parafarmacia potrebbero fare le autoanalisi ematiche come la glicemia e il colesterolo», dice Cetin ai consiglieri regionali del Pd presenti, Stefano Lepri e Nino Boeti.La discussione è aperta: «In qualsiasi forma di distribuzione deve essere garantita la presenza del farmacista», precisa Rita Ghedini, senatrice Pd e promotrice di una delle proposte di legge. «Riconosciamo la necessità di ammodernare il servizio farmaceutico – conclude Mario Giaccone, presidente dei farmacisti di Torino – ma tenendo ben presente che il farmaco non è un bene di consumo qualsiasi».