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Ufficio legislativo PD, approfondimento sul decreto 185 (pacchetto anticrisi)

IL DECRETO-LEGGE N. 185: IL CONTESTO MACROECONOMICO E DI FINANZA PUBBLICA, GLI ASPETTI METODOLOGICI E DI MERITO, LE PROPOSTE DEL PD
::scarica l’intero documento (a cura dell’ufficio legislativo PD della Camera)
Il quadro macroeconomico e di finanza pubblica
La crisi economica in corso è in netto peggioramento. Nel 2009, per l’area euro, la Commissione europea prevede una contrazione di 1,9 punti percentuali. L’Italia somma alla crisi congiunturale problemi strutturali, che la portano ad avere una previsione di crescita per il 2009 del -2% dopo che il 2008 si è chiuso, secondo Bruxelles, con un calo dello -0,6%. Il rallentamento si farà sentire sul mercato del lavoro: se finora è stato visibile solo in termini di ore lavorate, nel 2009 si avrà un impatto fortissimo sul tasso di disoccupazione che è previsto passare dal 6,7% del 2008 all’8,2% (8,7% nel 2010). Alla luce degli ultimi dati Istat sulla produzione industriale (variazione annua: – 12,3% a novembre, il peggior dato dal 1991) e INPS sulla cassa integrazione (variazione annua: +525% sull’ordinaria, espressione di una caduta della produzione), se ci sarà revisione delle stime e delle previsioni sarà, con ogni probabilità, in direzione di un peggioramento.

Nelle circostanze attuali non è scontato che la politica monetaria da sola riesca a contrastare la caduta della domanda aggregata. Se la stretta creditizia e la mancanza di fiducia riducono la spesa per investimenti e consumi, l’onere di sostenere l’economia dovrà prevedere anche politiche di bilancio espansive.

Eppure, nonostante le richieste del G20, i pressanti richiami del Fondo monetario internazionale, le raccomandazioni della Commissione europea, l’Italia non ha sin qui messo in atto una politica fiscale realmente espansiva in nessuno dei provvedimenti ad oggi varati.

Né tantomeno il Governo ha attuato finora una politica di bilancio davvero rigorosa: è stata

smantellata tutta la politica di lotta all’evasione (innalzando l’importo massimo per rendere non trasferibili gli assegni, abolendo la tracciabilità dei compensi dei professionisti, la trasmissione telematica dei corrispettivi, l’obbligo di tenere un elenco clienti-fornitori e la co-responsabilità nel pagamento delle imposte tra committente, appaltatore e subappaltatore), i meccanismi principali della spesa non sono stati riformati, sono state introdotte con grande enfasi una serie di misure (una per tutte, la Robin Tax) che hanno un impatto finanziario molto aleatorio. I risultati sono ben visibili: nonostante il Governo abbia rifiutato di utilizzare la politica di bilancio in funzione anticiclica, come proposto dal PD, il deficit 2009 arriverà, sempre secondo la Commissione europea, al 3,8% del PIL. L’andamento del deficit si rifletterà inevitabilmente sul debito pubblico, destinato a balzare nel 2009 al 109,3% e nel 2010 al 110,3%. Secondo la Commissione, però, “le possibili ricapitalizzazioni bancarie potrebbero portare il debito anche oltre”.

Inoltre, con questo provvedimento, così come avvenuto nei precedenti, le poche risorse stanziate sono state disperse in un’infinità di misure più o meno consistenti (bonus famiglia, mutui, credito per i nuovi nati, contributo per spese per latte artificiale e pannolini per neonati, incentivi per il rientro di ricercatori, ecc.) anziché concentrarle sulle questioni prioritarie, ossia: redditi, imprese, infrastrutture. Questo comporterà, peraltro, una difficoltà nel controllare la spesa e nel verificarne l’efficacia, con inevitabili ricadute sulle possibilità di ripresa e sull’andamento dei conti pubblici.