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RESCHIGNA (PD). IL GRUPPO REGIONALE SCRIVE AI SINDACI SU ASL E ASO
IL GRUPPO REGIONALE PD SCRIVE AI SINDACI SU ASL E ASO: “LA GIUNTA COTA VUOLE RIFORMARE LA SANITA’ SENZA ALCUN CONFRONTO CON GLI ENTI LOCALI E LE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI, E SENZA UN NUOVO PIANO SANITARIO”, DICHIARA IL CAPOGRUPPO REGIONALE PD ALDO RESCHIGNA
Il gruppo regionale PD sta inviando in queste ore una lettera ai sindaci piemontesi per denunciare la volontà della Giunta Cota di arrivare a una riforma sanitaria senza alcuna vera consultazione con enti locali, organizzazioni professionali, associazioni di volontariato e di cittadini che si occupano di sanità. La lettera è solo il primo passo di una mobilitazione del gruppo PD in tutto il Piemonte.“Cota in questi giorni racconta di aver fatto una riforma che nessuno in Italia è stato capace di fare – spiega Aldo Reschigna – in realtà la Giunta finora ha solo presentato una delibera di accorpamento di Asl e ASO, che deve ancora passare in Consiglio regionale, e che considero illegittima perché alcuni contenuti del provvedimento, come la separazione tra ospedali e territorio, per la legge regionale 18 del 2007, rientrano nel piano sociosanitario
regionale, che la Giunta non intende toccare”.
“L’iter del piano prevede una vasta consultazione con i sindaci e presidente
di Provincia, con le associazioni di categoria dei lavoratori della sanità, dai
medici agli infermieri al personale ausiliario, con le associazioni di
volontariato e di cittadini. Un processo partecipativo che non è una pura
formalità, ma un passaggio fondamentale per costruire una sanità che, per
ben funzionare, ha necessità del consenso dei cittadini, dei medici del
personale sanitario, dei sindaci che sono per legge coloro che devono
tutelare la salute pubblica nei loro Comuni”.
“Cota ha in mente una riforma tecnocratica e autoritaria, gestita da una
decina persone: il presidente della Giunta regionale, l’assessore alla sanità, il
direttore generale dell’assessorato, i sei commissari delle ASO. Tutto questo
è inaccettabile. Noi saremo a fianco, anche con opportune iniziative di
discussione e di denuncia, alle istituzioni piemontesi, ai cittadini, alle
organizzazioni sociali e sindacali che si vedono espropriati del diritto di
confronto e di partecipazione su un tema centrale come le scelte sanitarie”.