GRANDI DERIVAZIONI IDRICHE. AVETTA E GALLO: “UN’OCCASIONE PERSA”
Raffaele Gallo (Pd): «La maggioranza ha scelto di far proliferare le piccole società di gestione.»
Alberto Avetta (Pd): «Sul coinvolgimento dei territori solo parole.»
«È davvero un peccato che questa maggioranza non abbia voluto cogliere appieno i nostri suggerimenti. Ora i piemontesi avrebbero una legge migliore con una tutela più chiara ed esplicita dell’acqua e del suo uso potabile e prioritario su ogni altro. Avrebbero una legge che promuove la produzione di energia idro-elettrica e, al tempo stesso, non antepone i relativi interessi economici a quelli, che consideriamo più importanti, di tutela ambientale. Soprattutto oggi con una crisi ambientale che produce effetti evidenti e costanti e un pianeta in cui l’acqua è un bene sempre più limitato».
Lo affermano il Capogruppo Raffaele GALLO e il vice Presidente della Commissione Ambiente Alberto AVETTA (Pd), commentando l’approvazione da parte del Consiglio regionale della legge che norma le “assegnazioni delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico”, una legge importante per il Piemonte, perché regolerà per i prossimi 40 anni le concessioni sulle grandi derivazioni idriche. Oggi sono 67 e la partita vale tanti milioni di euro per il Piemonte.
«Abbiamo proposto di affidare al Consiglio regionale un ruolo più incisivo, perché crediamo che su temi così importanti per la salute e per il futuro dei cittadini l’assemblea degli eletti possa rappresentare la maggior garanzia possibile-proseguono Alberto AVETTA e Raffaele GALLO– e sul coinvolgimento dei territori abbiamo sentito tante belle parole ma, al momento di decidere, sono state respinte tutte le nostre proposte che affidavano un ruolo importante alle comunità energetiche locali. L’incoerenza di questa maggioranza tra parole e fatti è palese e davvero frustrante per chi, come noi, ha fatto un’opposizione costruttiva e propositiva». «Affidando al Consiglio l’impegno di definirne gli indirizzi-concludono Alberto AVETTA e Raffaele GALLO-abbiamo anche cercato di contenere e limitare il proliferare di piccole società di gestione. Anche su questo la maggioranza non ha sentito ragioni. Posti e poltrone di sotto-governo probabilmente esercitano un fascino irresistibile nei confronti di questa maggioranza».