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Elemosina sì, elemosina no…dipende

ELEMOSINA SÌ, ELEMOSINA NO… DIPENDE ????
Dipende. Alcune persone si ostinano a voler stare in strada e rifiutano da anni le proposte delle Boe del Comune di #Torino e delle associazioni di volontariato, altre sono invece veramente indifese e confuse.
Il denaro dell’elemosina, nel primo caso, perpetua una situazione di deliberata marginalità e serve più a lavare la coscienza del passante che a risollevare la persona che vive in strada, nel secondo invece può essere la misura temporanea di traghettamento verso un’uscita dalla strada.
Il povero non è una figura poetica e, anche per aiutare i poveri, occorre profondità, formazione e competenza, per capire il contesto da cui il povero viene (reti di sfruttamento?) e gli strumenti più efficaci e risolutivi per aiutarlo.
Sicuramente parlare col povero prima di dargli l’elemosina può aiutare a capire chi è e qual è la sua storia, può essere un primo passo per creare una relazione e un segnale di vicinanza e per distinguere le ragioni della vita in strada.
Così come nelle altre sfere dell’amministrazione pubblica, anche in quella delle politiche sociali non serve uno Stato paternalista, ma uno Stato che, collaborando col Terzo Settore, aiuti le persone a rimettersi in piedi, senza creare dipendenze o assistenzialismo.

Monica Canalis