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Borioli: “Il governo non ha rispettato gli impegni presi due anni fa”

Daniele Borioli* su la Repubblica del 27-06-2011

Per la nuova linea ferroviaria Torino-Lione siamo davvero alla stretta decisiva, dopo l´ultimatum posto da Bruxelles. Auguriamoci, perciò che il cantiere della Maddalena riesca a partire senza tensioni eccessive. Questo immagino sia lo stato d´animo dei molti che ritengono l´opera fondamentale per il futuro del Piemonte e dell´Europa, e anche per la stessa Valle di Susa, attraverso l´attuazione del piano strategico predisposto dalla Provincia di Torino.
Formulato questo auspicio, peraltro coerente con il lavoro da me svolto nei cinque anni in cui sono stato assessore regionale ai trasporti, non posso non condividere le valutazioni espresse da Repubblica alcune settimane fa circa la grande responsabilità del governo e delle sue inadempienze.
Nessuno degli impegni sottoscritti da Palazzo Chigi nel gennaio 2009 è stato mantenuto. Dei duecento milioni di euro a carico dello Stato, previsti in quell´accordo, da Roma non è mai arrivato neppure un centesimo. E i venti milioni di euro, ora annunciati con grande enfasi come di prossimo arrivo, sono sempre gli stessi. Serviranno a comprare nuovi treni per il trasporto in Valle di Susa. Un treno nuovo difficilmente costa meno di cinque milioni di euro. Meglio di niente: speriamo che almeno questi arrivino.
«A condizione che parta il cantiere» dicono ministro e assessore regionale. Ma questa clausola, non stava scritta da nessuna parte all´atto della sottoscrizione degli accordi tra Stato e Regione. Al contrario, quegli impegni dovevano servire esattamente a realizzare alcuni interventi prima dell´avvio dell´opera: l´attrezzaggio dello scalo di Orbassano e l´avvio di un primo serio riequilibrio nel trasporto merci, la realizzazione di stazioni e fermate per l´avvio del servizio ferroviario metropolitano, la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario tra Torino e l´aeroporto di Caselle, l´acquisto di quindici treni leggeri per potenziare il trasporto in Valle di Susa e avviare il primo segmento del servizio ferroviario metropolitano. L´idea sottesa a quell´accordo era esattamente opposta a quella che viene oggi venduta da Matteoli e Bonino: persuadere la popolazione circa le reali intenzioni dello Stato di investire sul trasporto ferroviario anche locale, facendo della Torino-Lione l´occasione di un ammodernamento complessivo del sistema. Mancato quell´appuntamento, era probabile che l´unico terreno praticabile rimanesse quello dell´ordine pubblico. Ora auguriamoci che su questo terreno, il governo non replichi gli errori.
Sempre che l´opera la voglia davvero fare. I giri di valzer dell´onorevole Bonsignore, l´irrisolta questione dei rapporti finanziari con la Francia, la freddezza permanente dei vertici delle ferrovie verso la nuova linea, e in generale verso la direttrice Torino-Lione, l´improvvisa scoperta della mancanza di risorse e la repentina adozione della soluzione low-cost, accanto alla riaffiorante messa in discussione del ruolo di Orbassano: tutto ciò legittima più di un dubbio. Certo, partire con il cantiere della Maddalena è oggi inevitabile condizione necessaria. Ma non sarà sufficiente. Le ostilità verso la nuova linea non stanno solo nei presidi No Tav, ma anche in molto più rilevanti centri di potere.
*ex assessore regionale ai Trasporti