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TAV. BORIOLI (PD): “SULLA TORINO-LIONE BURLANDO SBAGLIA…MA ATTENZIONE A SOTTOVALUTARE I LIGURI”
Il Presidente della Liguria, Burlando, sbaglia il suo giudizio sulla Torino-Lione. Provo a spiegare perché, convinto che queste considerazioni possano valere per molti altri che giudicano l’opera inutile e troppo costosa.
Partiamo dai costi. L’ultima versione, quella cosiddetta “low cost”, che prevede una realizzazione per fasi, comporterebbe da qui al 2023 la realizzazione di una prima fase limitata alla realizzazione del tunnel di base, della tratta sino all’interconnessione con la linea storica a Bussoleno e della parte relativa di Torino. Il tutto per un costo a carico del bilancio italiano di circa 5 mld di euro. Una bella cifra, certo, ma assai distante dai 20 mld di euro che sparati dai leaders No Tav.
La realizzazione dell’intera tratta nella parte di Valle sarebbe rimandata a una fase di molto successiva, verificati i livelli di saturazione del mix a quel punto operativo tra linea storica e nuove tratte.
Ciò significa che con 5 mld di euro, vale a dire meno del costo del Terzo Valico dei Giovi tra Genova e Alessandria, che pure io penso sia assolutamente necessario e che vale circa 7 mld di euro, si realizzerebbero sulla direttrice Torino-Lione alcuni apprezzabilissimi risultati.
Primo: l’attuale pendenza della linea, pari al 30 per mille, sarebbe adeguata agli standards richiesti dall’Europa e portata al 13 per mille; la capacità di della rete, sia per le merci sia per le persone sarebbe pressoché raddoppiata; rispetto agli attuali 150 minuti, tra Torino e Chambery ce ne vorrebbero una settantina; i lavori genererebbero oltre 4.000 posti di lavoro all’anno per dieci anni.
La realizzazione della seconda fase porterebbe a un costo complessivo per l’Italia di circa 9 mld di euro, aumentando naturalmente le performances della linea sia per ciò che riguarda la capacità, sia la velocità. Oltre a produrre un numero all’incirca doppio di posti di lavoro. Il tutto, come dicevo, previa verifica.
Rispetto, però, alla posizione della Liguria, certamente sbagliata e, in quanto tale da contrastare, e come PD piemontese certamente la contrasteremo senza indugi, occorre che soprattutto la Giunta Cota svolga un’attenta riflessione.
Con la Giunta Bresso avevamo costruito, nel contesto dell’euroregione AlpMed, un sistema di relazioni tra Lione, Marsiglia, Aosta, Torino e Genova, che aveva proprio nell’asse Piemonte-Liguria un suo perno fondamentale. E, in quel contesto, arrivammo a condividere una programmazione infrastrutturale e strategica comune, condivisa anche dalla Liguria e comprendente tanto il Terzo Valico quanto la Torino-Lione.
Da quella stagione scaturì anche, tra l’altro, l’idea di un’Authority nazionale dei trasporti con sede a Torino e Genova. Un’idea ripresa e rilanciata dagli industriali liguri e piemontesi, tradotta dai parlamentari del PD in un disegno di legge che ancora giace alla Camera.
Ora, il sostanziale abbandono di questa strategia di alleanze da parte della Giunta Cota, l’attenzione quasi esclusiva rivolta alla relazione con la Lombardia e con Milano, attraverso Novara, fa sì, ovviamente, che anche la Liguria cerchi in solitaria, in competizione anziché in collaborazione con il Piemonte, una propria relazione privilegiata con quella che sarà la sede dell’Expo 2015.
Ed avendo la Liguria l’atout del Porto di Genova da giocarsi, occorrerebbe che il Governo regionale piemontese non sottovalutasse l’opportunità di cercare con i liguri un rapporto più collaborativo, abbandonando la superficiale “sufficienza” sin qui dimostrata.
Daniele BORIOLI Resp. Dipartimento Territorio e Infrastrutture
PD Piemonte