consiglieri news DIPARTIMENTI Dipartimento-Forum Sanità Homepage
SINTESI DELLA CONFERENZA STAMPA GRUPPO PD SUL PIANO SOCIOSANITARIO REGIONALE
“Il giorno dopo la fine delle consultazioni sul piano sociosanitario regionale dobbiamo registrare in tutte le province in cui si sono svolte un totale dissenso sulle linee tracciate dal piano stesso”. Lo ha sostenuto il consigliere regionale e responsabile della sanità del PD Piemonte, aprendo oggi la conferenza stampa del gruppo regionale del Partito Democratico.
“Pochissime le voci, in genere di amministratori di centrodestra, che si sono levate a favore del piano”, ha aggiunto Boeti. “Molte le proteste dei sindaci contro il fatto che si intenda privarli di ruolo nelle scelte sanitarie regionali. Molte anche le critiche alle maxi strutture ospedaliere che si intendono creare, anche interprovinciali, e i timori che gli ospedali drenino la maggior parte delle risorse, lasciando senza i territori.
Critiche forti anche sulla separazione ospedale-territorio, vista come un elemento che nega la continuità assistenziale. Il presidente Cota è interessato a far approvare entro l’anno il piano sanitario, in particolare la parte sulla riorganizzazioni delle aziende interprovinciali. Secondo noi invece il piano va resettato e vanno accolte le richieste dei territori”, ha concluso Boeti.
Per il vicecapogruppo PD Stefano Lepri “dalle consultazioni è emersa una grande insoddisfazione per la parte del piano che riguarda le attività di prevenzione e sociosanitarie. Quello presentato è un piano economicista, incentrato soprattutto sugli ospedali. In particolare vengono fortemente ridotti tutti gli strumenti di programmazione dal basso. E’ poi evidente il minor impegno nel settore sociosanitario (dalle malattie mentali alle tossicodipendenze, al materno-infantile), che pure rappresenta quasi il 10% della intera spesa sanitaria regionale”.
Aldo Reschigna, capogruppo regionale PD, ha spiegato che l’iter del piano in Consiglio regionale “è vincolato alla piega che prenderà la discussione. Non intendiamo bloccare tutto per un anno, come avvenne nella scorsa legislatura per responsabilità del centrodestra. Sono possibili tempi più veloci se si tiene conto di quanto è stato espresso nelle consultazioni. Non farlo sarebbe offensivo nei confronti della comunità piemontese. Se la logica è invece quella della velocità di approvazione e del disinteresse alle critiche, è chiaro che la nostra risposta sarà molto ferma”.