ASSEMBLEA REGIONALE PD Dipartimento Scuola e Università parlamentari news
Scuola e Università, le nostre proposte
Documento gruppo di lavoro Scuola Università e Ricerca presentato all’Assemblea Regionale del 18 settembre 2010
“Un Partito di governo momentaneamente all’opposizione“.
Questa la significativa immagine propostaci dal segretario nazionale, che contiene l’indicazione precisa di quello che deve essere il nostro impegno di lavoro nel partito e nel paese su tutti i temi politici di rilievo nazionale e, quindi, anche su due temi strategici drammaticamente tenuti sotto scacco dalla politica del governo: Scuola e Università.
Quindi ruolo di forte, convinta opposizione alle scelte dei ministri Gelmini e Tremonti nei confronti di Scuola e Università: drastica ed indiscriminata riduzione di risorse senza alcuna valutazione per individuare eventuali sprechi sui quali intervenire; attacco alla autonomia delle Istituzioni scolastiche e agli Atenei; nessuna seria politica di qualificazione dell’offerta di istruzione né di formazione del personale, ma anzi rischio di penalizzare proprio le situazioni più avanzate.Dobbiamo con determinazione denunciare il rischio che questa politica di abbandono che il centro-destra attua nei confronti di scuola e <università riveste per i più giovani, per gli studenti universitari, per la loro istruzione e formazione umana e professionale: quindi per il futuro dell’intero paese.
Dobbiamo saper descrivere e analizzare con metodo e senza apparire demagogici i guasti che produce oggi chi ci governa e le ripercussioni che ci saranno in futuro: i danni provocati dalla scuola non possono essere facilmente rimediati, chi li ha subiti ne porta le conseguenze per il resto della vita.
Dobbiamo continuare a denunciare, assieme a insegnanti, precari e non.
Dobbiamo essere a fianco delle famiglie che chiedono, senza ottenere risposta, tempo pieno di contenuti e di saperi e non un tempo scuola allungato come posteggio per i propri figli.
Dobbiamo sostenere le ragioni di quanti, da molti anni lavoratori del sapere e della conoscenza, hanno consentito lo svolgimento di corsi universitari e di interi anni scolastici e ora sono semplicemente “scaricati” senza alcuna forma né di selezione per merito né di percorsi di stabilizzazione attraverso formazione.
Dobbiamo essere dalla parte degli studenti a cui la crisi della scuola e dell’Università può pregiudicare il futuro in cui dovranno misurarsi con i loro coetanei di altri paesi in una competizione di saperi e competenze che si farà sempre più forte.
Tutto ciò attiene al “momentaneamente all’opposizione”.
Che dire sull’essere partito di Governo a proposito di Scuola e Università?
La scuola è momento primario e fondamentale per la costruzione della cittadinanza; per questo il nostro progetto di scuola deve essere forte e articolato sui valori di solidarietà, impegno, responsabilità, pari opportunità per tutti, riconoscimento e valorizzazione delle diverse forme di intelligenze e attitudini.
Ribadiamo con forza che il nostro obiettivo è elevare il livello d’istruzione nel paese, rendendo effettivo e non formale il diritto allo studio come diritto all’apprendimento e valorizzare il ruolo attivo e critico del discente anche grazie alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
Compito della scuola è contribuire a ridurre le diseguaglianze sociali, a renderci più uguali quanto ad opportunità.
Oggi non è così, ma sappiamo che non lo era neppure prima della Gelmini!
Diciamo quindi con forza che la nostra battaglia non è per ritornare semplicemente alla scuola pre-Gelmini e neppure per aumentare la spesa per l’istruzione (dovremo su questo fare una seria individuazione delle priorità per il paese) senza una forte prospettiva di cambiamento bensì per una riforma del sistema che lo renda più equo, efficiente, competitivo.
A tale riforma il PD deve iniziare a lavorare da subito, per un progetto difficile (la scuola e l’Università non sono monoliticamente pronte e favorevoli al cambiamento!) da costruire con quanti sono disponibili a cimentarsi insieme a noi: politici in Parlamento e fuori di esso, i molti docenti disposti a mettere in discussione metodologie e strumenti didattici superati e a porsi come professionisti seri nel progettare percorsi innovativi, le organizzazioni giovanili e studentesche, l’associazionismo professionale, culturale e sociale, le organizzazioni sindacali, nel rispetto dei differenti ruoli e responsabilità.
Se è vero che la scuola è un bene di tutti ed è risorsa per il Paese, progettiamo la scuola che vogliamo ascoltando e dialogando con tutti, sapendo che essa è in primis al servizio di chi ne usufruisce, nel rispetto dei diritti e dei doveri di chi ci lavora. Per troppo tempo anche nel partito si è un po’ delegato il tema all’attenzione degli insegnanti e delle loro rappresentanze.
A chi pensa di riformare la scuola contro gli insegnanti rispondiamo con un progetto alternativo collettivo, frutto del lavoro con i docenti e con la società tutta.
In fondo si tratta di vincere la sfida che il nostro paese sembra aver perso o dimenticato (basti considerare i dati sugli abbandoni nella scuola superiore o all’università e quelli sulla provenienza sociale di chi ottiene successo scolastico e la laurea): vogliamo conciliare una scuola autenticamente per tutti con insegnamento di qualità, efficienza del sistema, diritto all’apprendimento, promozione sostanziale e non solo formale degli studenti. Di qui passa l’unica vera difesa del valore legale del titolo di studio: valore legale e valore sostanziale devono, infatti, coincidere.
Per preparare “tempi migliori” incominciamo a individuare qualche obiettivo concreto, una scuola pubblica, di massa, di qualità, non si realizza se non attraverso un articolato e complesso processo di riforme.
• Promuovere l’Autonomia scolastica e degli atenei come valore, non solo amministrativo ma culturale: allo Stato funzioni di regolazione, monitoraggio, controllo, la definizione di standard nazionali di qualità e del sistema di valutazione; alle istituzioni scolastiche e agli atenei autonomia amministrativa, finanziaria, didattica e di ricerca, ma anche responsabilità dei risultati e del rispetto degli standard.
• Definire modalità trasparenti e certe nell’attribuzione delle risorse secondo parametri che considerino aspetti di tipo quantitativo e qualitativo, (anche nell’attribuzione delle risorse umane); alle Autonomie la responsabilità nell’utilizzo delle stesse.
Chiediamo che il Tempo Pieno sia esteso a tutte le realtà in cui le famiglie lo richiedono, qualificandolo come strumento fondamentale per l’innovazione didattica e la positiva relazione educativa.
• Lotta all’abbandono scolastico e universitario, costituiscono entrambi un fallimento del progetto sia del giovane che abbandona gli studi sia della collettività che ha investito risorse senza risultati. Tale lotta però non si fa con gli appelli ma promuovendo metodologie didattiche efficaci, aggiornamento continuo dei docenti, strategie di sostegno nello studio, incentivi al conseguimento di risultati sia da parte della scuola sia da parte del singolo studente .Dichiariamo da subito che non accetteremo un contratto della scuola che non introduca l’obbligo all’aggiornamento e impegnamoci da subito a reperire risorse a tale scopo.
• Riconoscimento della qualità e valorizzazione, anche economica, del merito devono essere i nostri obiettivi veri. Togliamo questi slogan dal campo del centro-destra e trasformiamoli in progetto nel campo del centro-sinistra:quella della qualità della e nella scuola è la nostra battaglia e saremo noi a condurla, il governo ha fatto solo proclami.
Una seria valutazione oggi non solo è accettata ma è richiesta da molti docenti, ricercatori, dirigenti scolastici, rettori. Si tratta di definire obiettivi osservabili,modalità trasparenti, professionalità idonee. La difficoltà reale che riveste la valutazione della scuola non può più costituire un motivo (o alibi) per non introdurla e per negare possibilità di riconoscimento anche economico ai migliori .La valutazione è fattore necessario di miglioramento del servizio (non si dice così per la valutazione degli studenti?)e non un modo per stilare classifiche!
• Apriamo, quindi, un confronto costruttivo con il mondo della scuola e le rappresentanze dei lavoratori su temi difficili ma ineludibili se vogliamo promuovere il cambiamento: come valorizzare, anche economicamente, il merito tra i docenti e come penalizzare il demerito? Come avere modalità di reclutamento che privilegino conoscenze e competenze didattiche garantendo a chi le possiede tempi certi di assunzione stabile, incoraggiando anche la permanenza nella medesima sede? Come risolvere il problema di un precariato che la scuola produce costantemente, con conseguenze drammatiche per i lavoratori ma anche per gli studenti a cui sono negate continuità didattica e programmazione pluriennale?
• Introdurre, nelle politiche di spesa per investimenti, l’edilizia scolastica ed universitaria tra gli elementi prioritari.
• Per la piena attuazione del titolo V della Costituzione (allo Stato principi generali ed alle Regioni legislazione concorrente) e per la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (L.E.P.) il PD ha intelligenze e competenze per farsi promotore di un processo insieme politico e tecnico, fondato sulle conoscenze ed esperienze condotte in Italia ed in Europa.
Tale processo dovrà portare sia alla definizione delle prestazioni necessarie per il raggiungimento delle competenze e non soltanto del numero di ore a cui gli studenti hanno diritto a prescindere dal contenuto effettivo e sia a standard di costo commisurati a qualità e non soltanto quantità di prestazioni.
• Nell’imminenza della discussione alla Camera del DDL Gelmini su Università e Ricerca, il PD deve proseguire nella strategia emendativa per cercare, anche con la ricerca di alleanze, di introdurre elementi di qualità in una legge che proclama autonomia e introduce vincoli, dichiara valore al merito e penalizza i giovani meritevoli senza sponsors eccellenti, pretende di innovare sottraendo risorse. Un partito davvero riformista punta sulla selezione per merito come elemento di miglioramento dell’offerta formativa e strumento di equità, sulla valutazione degli atenei come fattore di trasparenza sia nell’attribuzione delle risorse sia per la scelta da parte degli studenti.
Il Partito Democratico deve impegnare su questi temi le migliori risorse di cui dispone, non si riforma la scuola se non con una strategia di alleanze culturali e politiche sugli obiettivi e sui metodi per raggiungerli, sapendo fin da subito che non tutti coloro che oggi sono con noi “contro” saranno insieme a noi domani, ma che forse altri vedranno nel PD un partito in grado di dare finalmente una prospettiva di cambiamento alla scuola e all’università.
Gruppo di lavoro Istruzione ed Università e ricerca
Coordinamento: Paola Pozzi
De Giorgis Mara
Morandini Cesare
Rizzo Tina
Tomasella Roberta
Manenti Marta
Berzano Paola
Ghio Rebecca (Federazione degli Studenti, Giovani Democratici)
Torino, 18.09.2010