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Prima del nucleare via le vecchie scorie

Luigi Bobba sul Sole24 Ore Nord-Ovest del 1/12/2010


La scelta governativa del ritorno al nucleare e la questione dell’individuazione dei siti idonei ad ospitare nuove centrali non può essere affrontata secondo l’ottica semplicistica del ‘nucleare sì’ o ‘nucleare no’. Giudichiamo il decreto legislativo una scelta sbagliata perché il nucleare voluto dal Governo è costoso, obsoleto, non sicuro ed aprirà nuovi e gravi problemi per quanto riguarda lo smaltimento delle scorie radioattive. I contribuenti devono ricordarsi che già oggi pagano 400 milioni di euro sulle bollette elettriche per smaltire le scorie del vecchio nucleare e i piemontesi non dovrebbero dimenticare che il 75% delle scorie si trovano nella nostra Regione (Trino e Saluggia), dove rimarranno se non verrà individuato il deposito unico nazionale.In vista dell’istituzione del tavolo regionale permanente sul nucleare tra enti locali ed imprese, è indispensabile che il Presidente Cota e il Governo nazionale rispondano ad alcune domande. La prima riguarda l’eventualità di ospitare in Piemonte una nuova centrale. Non essendo cambiata la mappa dei siti rispetto a quella elaborata nel 1975, dobbiamo attenderci che i nuovi impianti verranno realizzati nei siti già autorizzati negli anni Settanta, tra i quali Leri Cavour e anche Trino? Cota ha pubblicamente riconosciuto che Trino non è un sito idoneo ad ospitare una nuova centrale, pertanto bisogna capire se e dove questa potrebbe sorgere.
La seconda: quale sarà il destino delle scorie nucleari presenti che dovrebbero essere trasferite nel deposito unico nazionale non ancora individuato dal Governo? Infatti, la legge 368/2003 prevedeva l’individuazione e la realizzazione di un sito unico nazionale di stoccaggio. Di questo sito finora non si è vista nemmeno l’ombra, mentre circolano mappe in cui vengono scriteriatamente indicati perfino il Monferrato e le Bormide, ovvero zone fortemente antropizzate, sedi di acquedotti e a rischio sismico e geologico.
Tale indeterminatezza ha come conseguenza il rischio molto concreto che le scorie restino lì dove si trovano. Lo conferma la scelta di costruire a Saluggia il D2, ovvero il nuovo deposito di rifiuti radioattivi nel sito Eurex-Sogin che ha dimensioni superiori ai 31.000 metri cubi ed è destinato a contenere i rifiuti nucleari derivanti dalle lavorazioni dell’impianto di riprocessamento Eurex, e il D3, il deposito destinato a stoccare i fusti di scorie solidificate nell’impianto Cemex. Si tratta di due mega-depositi sulla carta ‘temporanei’ (con un ciclo di vita di almeno 300 anni!), ma che, in assenza del sito nazionale, sono destinati a diventare definitivi, nonostante siano collocati in una zona a rischio di esondazione per la vicinanza della Dora Baltea (con la conseguenza di scoraggiare ogni investimento economico e mettendo a serio rischio anche i posti di lavoro del Comprensorio Biomedicale, in particolare della Sorin). Per questo al Presidente della Repubblica è stato presentato da Pro Natura, con il sostegno del PD, un ricorso contro la procedura del tutto anomala adottata per la costruzione del D2.
Non siamo in alcun modo fautori della sindrome ‘Nimby’, ma crediamo che prima di aprire un nuovo capitolo nucleare, i nostri territori debbano essere finalmente liberati dalla presenza delle vecchie scorie. Il conto nucleare in Piemonte lo abbiamo già pagato, continuiamo a farlo e non è il caso di ipotizzare nuove centrali o altri depositi di scorie.

On. Luigi BOBBA Deputato PD Vice Presidente Commissione Lavoro Camera dei Deputati