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CHI HA PAURA DEL FOTOVOLTAICO?
Una riflessione del PD del Piemonte in merito
al decreto sulle energie rinnovabili.
Il Decreto sulle energie rinnovabili rappresenta uno strumento destabilizzante, penalizzante ed un vero e proprio stop agli investimenti e realizzazioni legati in modo particolare al fotovoltaico in Italia e di conseguenza un passo indietro grave per lo sviluppo economico e la tenuta alla crisi delle aziende del Piemonte e del Paese. Pur riconoscendo la necessità di una rimodulazione del sistema incentivante la produzione di energia da fonti rinnovabili e in particolare dal solare fotovoltaico, riteniamo questo provvedimento controproducente e gravemente dannoso nel merito e pericoloso nel metodo (non prevede un orizzonte chiaro di proposta e nemmeno disposizioni transitorie che programmino l’interregno di questi mesi a venire). Limitatamente al settore fotovoltaico le aziende piemontesi sono circa 170 e se si considera l’intera green economy gli occupati non sono meno di 4.000. Si tratta, dunque, per il Piemonte di tantissime piccole installazioni sul tetto di casa che vanno a beneficio dell’economia familiare e di piccole e piccolissime aziende ed installatori (anche di imprese edili) che si sono in parte trasformate perché vittime della crisi.
Da quando è in vigore un sistema di incentivazione alla produzione di energia fotovoltaica, ovvero dal 2007, in Piemonte sono stati effettuati lavori per un controvalore, al netto dell’IVA, pari a 1.330 milioni di euro e che hanno generato un valore aggiunto di circa 300 milioni di euro per le aziende. Ricchezza in buona parte confluita nei bilanci di realtà locali, considerato che la taglia media degli impianti è modesta e quindi molto probabilmente realizzati da piccoli o medi installatori anziché da operatori di carattere industriale, magari esteri, come avviene in altre Regioni. Ma oltre al sistema degli installatori a rischio sono anche realtà locali di maggiori dimensioni che si posizionano lungo la filiera industriale del fotovoltaico. Pensiamo per esempio alla Comoli&Ferrari di Novara che, su un fatturato consolidato di 250 mln di euro, ha visto passare il fatturato nel comparto della vendita di pannelli solari dai 2 milioni di euro del 2009 ai 15 milioni del 2010 e sta realizzando un polo tecnologico dedicato alle energie pulite. Ricordiamo anche la Garbo di Cerano (Novara) che occupa una posizione di leadership nelle nuove tecnologie applicate alla green economy ed in particolare alla lavorazione del silicio per la produzione di pannelli fotovoltaici di nuova generazione. La sua tecnologia potrebbe abbassare i costi di produzione delle celle fotovoltaiche (l’anima dei pannelli) anche del 30% rendendo i prodotti italiani stabilmente competitivi con quelli cinesi e tedeschi.
Secondo lo studio elaborato dall’IRES e denominato “verso la green economy” il raggiungimento dell’obiettivo di potenza installata fotovoltaica al 2020 nel campo fotovoltaico comporterebbe un notevole incremento degli occupati che rispetto ai valori del 2008 crescerebbero di dieci volte con una media annua di 57.601 unità, a cui si associa una crescita del valore aggiunto superiore ai 3 miliardi di euro all’anno. Secondo uno studio della società di consulenza Althesys che ha condotto un’analisi costi-benefici sugli scenari alternativi di sviluppo delle fonti di energia rinnovabile al 2020 emergerebbe un beneficio netto per l’Italia tra 23,6 e 27 miliardi di euro.
Sono, dunque, a tutti evidenti le gravi conseguenze della scelta governativa che getta nella totale incertezza un intero settore bloccando tutti gli investimenti in essere. L’approvazione del decreto ha suscitato un diffuso ed elevatissimo allarme in tutte le associazioni di imprenditori del settore delle rinnovabili (tra cui Anev, Aper, Anie-Gifi, Assosolare, Assoenergie Future) e nella stragrande maggioranza delle imprese tanto che nelle ore immediatamente precedenti l’approvazione del decreto, il governo ha ricevuto oltre 14mila mail di protesta; Gifi-Anie, associata a Confindustria, ha denunciato che sono a rischio 40 miliardi di euro di investimenti programmati nei prossimi mesi nel fotovolatico e che per almeno 10.000 persone si dovrà far ricorso immediato alla cassa integrazione e il sistema bancario ha già annunciato la sospensione dei finanziamenti previsti e che entro il 16 marzo si svolgerà una riunione di Abi sull’argomento.
I Parlamentari del Partito Democratico hanno già predisposto un’Interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro dell’Ambiente. Vogliamo rappresentare le istanze di coloro che considerano questo settore strategico per rilanciare la crescita delle aziende italiane e dell’economia nazionale, come già in atto, e per il futuro del Paese in termini di sviluppo sostenibile e per questo intendiamo raccogliere le problematiche degli operatori del settore, delle associazioni e di tutti i soggetti coinvolti (travolti) dalla scelta governativa, e farci promotori di una azione politica forte a difesa di scelte chiare sulle rinnovabili.
Gianfranco MORGANDO
Segretario PD Piemonte
Noemi GALLO
Responsabile Dipartimento Ambiente
PD Piemonte