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BATOSTA PER COTA

Federico Fornaro su Il Riformista del 31-05-2011


A poco più di un anno dall’elezione del novarese Roberto Cota, leader indiscusso della Lega piemontese, a Presidente della Regione, la città Novara regala una clamorosa sorpresa con la vittoria al ballottaggio di Andrea Ballarè, candidato sindaco del Pd.
Un’affermazione netta (52,9%) e mai messa in discussione negli scrutini, in una terra che fino a ieri era considerata la capitale dei leghisti subalpini.

Soltanto cinque anni fa il centro-destra aveva riconfermato sindaco al primo turno Massimo Giordano con il 61%. Il primo cittadino,nel 2010, era stato trionfalmente eletto alle regionali e, successivamente, nominato superassessore della giunta guidata dal suo grande amico e sodale politico Roberto Cota. Si è rivelata completamente sbagliata la candidatura a sindaco, imposta da Cota, del segretario provinciale della Lega, Mauro Franzinelli, che non ha assolutamente intercettato i voti dei moderati novaresi. In partenza,invece, Ballarè, era considerato un outsider. Commercialista, 43 anni, ex Margherita, aveva prima superato il consigliere provinciale Fabrizio Barini (ex Ds) in una consultazione interna agli iscritti democratici e poi vinto le primarie di coalizione sconfiggendo Nicola Fonzo, esponente di Sinistra e Libertà. Ballarè al primo turno si era presentato con una «coalizione rossa» con Sinistra e Libertà, la Federazione della Sinistra e Pensionati, mentre l’Idv era andata da solo. Nonostante i quasi 15 punti percentuali di distacco al primo turno, Ballarè non ha cercato apparentamenti e alla fine ha avuto ragione, raccogliendo su di sé buona parte dei voti di Futuro e Libertà, dell’Udc e degli elettori grillini (7,76% al primo turno). Il cambio della guardia al comune di Novara potrebbe avere anche pesanti ripercussioni nei già tesi rapporti in Piemonte tra Lega e Pdl, ulteriormente peggiorati dopo lo scandalo della sanità scoppiato la scorsa settimana, che ha portato l’assessore Pdl, Caterina Ferrero, a rimettere le deleghe.

Una debacle che rappresenta certamente una brusca frenata per le ambizioni nazionali del Presidente Cota, uno dei grandi sconfitti di queste elezioni.

Clamorosa anche la batosta patita dal Carroccio a Domodossola, una delle patrie storiche del leghismo ossolano.