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Giustizia, il Cav è un problema

Intervista a Edoardo Patriarca su ItaliaOggi del 9/10/2013 – di Alessandra Ricciardi

Il Cavaliere sì, potrebbe essere un problema per la riforma della giustizia, evocata ieri a gran voce dal presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, «l’emergenza delle carceri è reale e drammatica da anni, ma va convinta l’opinione pubblica, evitando strumentalizzazioni.

Purtroppo invece, quando si parla di giustizia, si tira sempre in ballo Berlusconi», ammette Edoardo Patriarca, deputato Pd, presidente del centro nazionale del volontariato, «ma è una responsabilità dei partiti evitare di restare schiavi del Cav».

Domanda. Napolitano ha indicato la strada che il parlamento ora deve decidere come e se percorrere: indulto e amnistia tanto per cominciare. I grillini sono andati all’attacco, è una mossa per aiutare il Cavaliere che vi ricatta. Nel Pd tutto bene?

Risposta. Sullo stato di degrado delle carceri italiane, su cui rischiamo una pesante condanna europea a breve, nel Pd da anni è stato fatto un dibattito che porta alle stesse conclusioni del capo dello stato. Napolitano ha raccolto le riflessioni non solo nostre me delle associazioni di volontariato che lavorano nelle carceri e che hanno indicato come sia possibile un’altra strada per la punizione e la rieducazione. Il suo è stato un messaggio necessario.

D. La Lega ha detto che è facile evitare il sovraffollamento, basta costruire più penitenziari.

R. É una risposta vecchia.

A Rimini stanno sperimentando comunità agricole di detenuti, per esempio, con risultati eccezionali. Puntare sulle pene alternative alla detenzione sarebbe non solo più funzionale al recupero del condannato ma anche più economico. Meno spese fisse per le strutture e più occupazione per formatori, educatori…

D. Anche Berlusconi godrà delle misure alternative alla detenzione.

R. Tutte le volte che si vuole fare un discorso serio sulla giustizia italiana si tira in ballo il caso di Berlusconi.

D. Il Cavaliere è tirato in ballo dai politici, a partire da Grillo che ha subito gridato alla scandalo.

R. Servirebbe più intelligenza politica per capire che vanno evitate strumentalizzazioni. Io non so se l’amnistia potrà riguardare anche Berlusconi, toccherà al parlamento deciderlo. Però dovremmo tutti guardare ai problemi della giustizia italiani liberi del caso Berlusconi. Non possiamo restarne schiavi.

D. E se la riforma dovesse riguardare anche il Cavaliere?

R. Sarebbe irrilevante.

D. Certa opinione pubblica non la pensa proprio così.

R. I partiti però con responsabilità dovrebbero affrontare un dibattito serio per convincerla del contrario. Il sistema carcerario italiano non regge più.

D. Anche i militanti democratici sul tema giustizia sono moltoi sensibili.

R. Sì, è vero. E non nascondo il timore che le dinamiche di scontro che innescano normalmente le vicende giudiziarie di Berlusconi possano finire per far perdere di vista l’obiettivo finale. É un rischio.

D. Napolitano ha sottolineato la necessità di una riforma più ampia della giustizia, partendo dalle proposte stilate dal comitato per le riforme. Ce ne sarà il tempo?

R. Il progetto del capo dello stato è ambizioso, significa rivedere il diritto penale e la procedura penale. Io non credo che questa legislatura arriverà alla sua scadenza naturale per poterlo fare. Ma possiamo iniziare. Partendo dalle pene alternative e depenalizzando alcuni reati.

D. Magari spunta la manina che propone anche quelli finanziari.

R. Ci risiamo?