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Patto per le primarie. Toni bassi e sobrietà
Maurizio Tropeano su La Stampa del 29/1/2014
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Gianfranco Morgando, il segretario uscente del Pd, ha fatto da testimone al patto tra i duellanti alle primarie per una campagna elettorale all’insegna della «sobrietà», dei «toni bassi» e dell’«unità del partito». E questa volta, forse, non saranno solo promesse perché osservatore interessato di questa competizione interna sarà Sergio Chiamparino. E il candidato in pectore scelto dai democratici per riconquistare il governo del Piemonte ha tutto l’interesse ad un confronto senza veleni e scontri fratricidi.
«Il clima è buono», commenta Morgando alla fine dell’incontro tra Davide Gariglio, Gianna Pentenero e Daniele Viotti che si è svolto nella sede del gruppo regionale. La riunione è servita a mettere a punto una strategia per cercare di affrontare quella che sembra essere la prima emergenza: la partecipazione degli iscritti e dei simpatizzanti. In tutto il Piemonte l’albo degli elettori del centrosinistra è composto da 165 mila elettori e nessuno degli sfidanti si aspetta di veder arrivare in massa questo popolo. E così Morgando, con la struttura del partito, coordinerà una campagna di comunicazione per informare che il 12 febbraio ci saranno le primarie per scegliere la guida dei democratici piemontesi e che le primarie saranno aperte anche ai non iscritti.
Dalla sede di via Masserano, così, partirà una mail a tutti gli indirizzi web degli iscritti all’albo degli elettori. E poi saranno stampati manifesti da affiggere in tutta la regione e acquistati spazi sui mezzi d’informazione. Il partito, poi, organizzerà a Torino un faccia a faccia pubblico tra i candidati alla segreteria che sarà trasmesso in streaming su YouDem, la televisione ufficiale del partito democratico. Il confronto dovrebbe svolgersi a ridosso del voto, probabilmente il 12 di febbraio.
Ma al di là delle questioni organizzative i tre candidati si sono impegnati non solo a rispettare il tetto di spesa massimo stabilito, cioè 20 mila euro, per la campagna elettorale ma di restare ben al di sotto di quella cifra. I conti si fanno sempre alla fine – e nei giorni scorsi qualche polemica c’è già stata – ma questa volta non dovrebbero esserci azioni di propaganda «che i nostri elettori non comprenderebbero» tipo manifesti affissi negli spazi a pagamento dei comuni oppure l’uso di call center.