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Alleanze, che cosa serve al centrosinistra
Giorgio Merlo su Europa del 7/2/2014
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Prima o poi il capitolo delle “alleanze” dovrà fare irruzione nel dibattito interno al Pd. E questo non solo per le dinamiche legate alla futura legge elettorale ma perché in Italia la politica è sempre stata “politica delle alleanze”. Certo, conosciamo la tentazione della ricorrente “vocazione maggioritaria” di veltroniana memoria e il coraggio e la volontà del segretario del Pd di non stringere alleanze con tizio o con caio perché sicuro di interpretare le domande della stragrande maggioranza degli italiani. Ma è indubbio che, anche alla luce del “movimentismo” che sta nuovamente ruotando attorno a Berlusconi dopo l’accordo sulla futura legge elettorale, il centrosinistra deve attrezzarsi attraverso una rinnovata iniziativa politica.
Il confronto con il passato non regge più. Su questo versante Renzi ha ragione. Nessuno, credo, rimpiange la stagione dell’Unione prodiana. Il periodo più buio nella recente storia del centrosinistra italiano con l’accordo con forze politiche e movimenti che sedevano al governo e, al contempo, organizzavano cortei di protesta contro il governo stesso. Un malcostume politico – interpretato dai vari Ferrero, Diliberto e compagnia – che non si deve mai più ripetere.
Ora, se le “ammucchiate” non sono più riproponibili, è indubbio che il Pd da solo non regge. Se sul versante della sinistra la forza di Sel è destinata ad un progressivo prosciugamento elettorale, sul fronte della rappresentanza moderata e di centro la sfida è aperta. Nessuno, tanto per essere chiari, pensa di riproporre disegni neo centristi o vagheggiare l’eterno centro che pendola tra la destra e la sinistra.
Le furbizie di Casini, per intenderci, appartengono ad una stagione che speriamo venga archiviata al più presto. Ma è certo che non è il bipartitismo imposto per legge dall’accoro di ferro tra Renzi e Berlusconi a sciogliere definitivamente il nodo. Non basta cancellare d’imperio tutto ciò che sta “in mezzo” al Pd e a Forza Italia per aprire una stagione nuova con una prospettiva politica certa e vincente.
Ci vuole dell’altro. E, oggi più che mai – anche alla luce della futura legge elettorale – può essere positiva e vincente una iniziativa politica che rilanci un presenza moderata, riformista e di governo nell’alveo del centrosinistra.
Una nuova forza politica? Un soggetto che contribuisce a rafforzare la coalizione di centrosinistra? Io credo che questo possa essere utile ai fini della causa, cioè del potenziamento della alleanza di centro sinistra. Sempreché si voglia superare definitivamente la stagione delle “piccole” o delle “larghe” intese che, purtroppo, anche nel Pd e solo per esigenze di potere e di mantenimento del seggio parlamentare, continua a far proseliti.
Una forza politica che non riproponga la squallida stagione del trasformismo italiano ma sappia qualificare l’offerta politica del centrosinistra senza ricadere nella logica dei “piccoli partiti” che hanno contribuito, con altri, a indebolire la cultura della governabilità e della stabilità nel nostro paese. Cattolici e laici, liberali e popolari, riformisti e conservatori illuminati possono fondersi in un progetto politico che aiuta il centrosinistra ad essere più competitivo con un centrodestra che nel nostro paese, è inutile negarlo, continua ad essere un serio e forte interlocutore politico. E che proprio dai recenti avvenimenti politici legati all’accordo tra Berlusconi e Renzi ha ritrovato un vigore e un attivismo sino alla vigilia impensabili.
Credo sia inutile opporsi a questo disegno con le solite pregiudiziali della sinistra ideologica o con la presunzione che nel nostro paese si è aperta una “nuova era” dopo le primarie dell’8 dicembre. Il sistema elettorale che sarà approvato nelle prossime settimane rafforza la necessità di dare rappresentanza a questi mondi che non sono scomparsi con le primarie del Partito democratico.
Certo, si tratta di un disegno politico che non può essere confuso con una vaga e persin goliardica ricomposizione di vecchi spezzoni e sigle politiche in cerca d’autore. Quella stagione è archiviata per sempre. Qui, al contrario, si tratta di far sì che il centrosinistra non esca ridimensionato o, peggio ancora, battuto alle ormai prossime elezioni politiche.
Nessuno, del resto, può e deve sottovalutare la capacità di Berlusconi e del centrodestra italiano di mettere in piedi una iniziativa e un progetto politico che continua, comunque sia, a rappresentare ampi settori della pubblica opinione. E solo un rinnovato e diversificato centrosinistra di governo può competere con questa corazzata. Senza presunzione di autosufficienza e senza riproporre le vecchie alleanze del “tutti contro tutti. È il momento delle scelte nette. Anche per garantire un futuro credibile e serio al centrosinistra italiano.