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Bobba: “Occupazione nella nuova Europa: digitale, green, sociale”

Intervista a Luigi Bobba su L’Unità del 7/7/2014 – di Bianca Di Giovanni

logo-unitaL`Europa del lavoro prevede tre grandi motori: digital, green e social. Sull`ultimo pilastro, l`economia sociale, si fonda il tassello più importante nella costruzione della nuova Unione orientata alla crescita e all`occupazione, in cui ciascun Paese può vantare iniziative e riflessioni intellettuali importanti, come la Big society di Cameron, le esperienze francesi e spagnole, la grande tradizione tedesca. «Su questo punto non ci sono divisioni tra i partner e possiamo vantare una grande esperienza, con 17mila cooperative sociali, un settore non profit importante», dichiara Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro, in un colloquio sul semestre europeo. Prima degli appuntamenti legati alla presidenza dell`Unione, però, il sottosegretario ha un altro impegno da assolvere: la legge delega sul terzo settore in arrivo al consiglio dei ministri di giovedì. Quel testo contiene comunque un capitolo che si incrocia con il piano europeo per i giovani, la «Youth Guarantee».

 

La delega infatti rafforzerà il servizio civile, stanziando risorse per 100mila giovani (dai 15mila di oggi) a cui offrire un`attività a fronte di un rimborso spese di 460 euro al mese. Da dove si parte con il semestre europeo? 

«Il primo appuntamento avrebbe dovuto essere il vertice dei ministri del Lavoro dedicato alla garanzia giovani, che però è stato spostato alla fine del periodo, perché servirà a fare un bilancio e a lanciare un programma strutturale di questa formula. Questo modello deve diventare permanente: l`obiettivo è offrire una possibilità (un contratto, uno stage, un servizio civile, un corso di formazione) a tutti i giovani, soprattutto quelli che non studiano e non lavorano. Per l`Italia si tratta di un bel banco di prova: servono servizi all`impiego su tutto il territorio e banche dati “comunicanti” tra ministero e Regioni».

Già si parla però di mezzo flop, o di falsa partenza. 

«Mi sembra esagerato ad appena due mesi dall`avvio. Oggi ci sono 100mila domande di giovani, e sul fronte opposto abbiamo 5mila offerte di lavoro di aziende e 11mila posti per il servizio civile. Certo, sono numeri ancora piccoli a fronte di due milioni di inoccupati. Ma un primo bilancio si potrà fare tra 4 mesi: quello è il termine entro il quale il giovane deve essere contattato per poi ricevere un`offerta. Tirare le somme adesso è davvero troppo presto».

Che vuol dire concretamente sviluppare l`economia sociale? 

«Vuol dire promuovere e sostenere quelle iniziative economiche che hanno obiettivi sociali e che destinano una buona parte del loro profitto all`impresa. Questa è la caratteristica di un`impresa sociale. Tutti i Paesi europei hanno esperienze importanti in questo campo. L`Italia finora ha sviluppato l`idea di cooperativa sociale, la Gran Bretagna ha elaborato sistemi di bond sociali, l`Unione europea ha varato una direttiva (Barnier) che indirizza i governi a sostenere queste attività».

Nella delega quindi ci sarà spazio per questa materia? 

«Certo, un punto della delega prevede una fiscalità di vantaggio per le società che operano in questo settore. Si supera la visione centrata sulle cooperative e si apre anche ad altre forme di impresa. Un fenomeno che sta già accadendo nella realtà».

Gli altri punti del provvedimento? 

«L`altro punto è, come ho detto, il servizio civile. per questo capitolo si stanno ancora cercando le risorse: servono tra i 200 e i 250 milioni per rispondere alle richieste che ogni anno restano inevase. Noi consideriamo il servizio civile un`esperienza importante perché la letteratura conferma il fatto che spesso quell`attività è un veicolo per l`ingresso nel mondo del lavoro. Ci sarà la possibilità di trasformare quell`esperienza in credito formativo o professionale».

Allora impresa sociale, servizio civile, e poi? 

«La delega conterrà un riordino di tutte le organizzazioni del terzo settore: dalle associazioni di volontariato a quelle sportive alle ong. Ci sarà un registro unico di tutti coloro che accedono al finanziamento del 5 per mille, che oggi invece sono regolamentati da diversi provvedimenti legislativi. Si tratta di dare un ordine organico a un settore che si è sviluppato nell`arco degli anni senza direttive precise».