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Chiamparino: “Anche i giudici sono divisi. Adesso aspetto la sentenza”
Intervista a Sergio Chiamparino su La Stampa del 21/10/2014 – di Maurizio Tropeano
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«Ora misureremo la coerenza di Chiamparino e del partito democratico che hanno utilizzato il tema di rimborsopoli in campagna elettorale». Presidente, che cosa risponde a Gilberto Pichetto, leader di Forza Italia?
«Non ho mai pensato che esista una diversità del centrosinistra scritta nel Dna o definita per natura. Detto questo il mio atteggiamento è coerente: pubblici ministeri e giudici preliminari hanno dato valutazioni diverse, se i pm avessero disposto il rinvio a giudizio Monica e Aldo non sarebbero stati in lista. Adesso c`è stato un cambiamento e trovo sia coerente, opportuno e di buon senso confermare la mia fiducia nei due assessori e lasciare che si arrivi al dibattimento. Poi, se ci sarà una condanna diventerà operativa la legge Severino».
E lo dice senza imbarazzo?
«Alla luce delle motivazioni del gip e della conoscenza del lavoro che hanno svolto finora, per motivi morali e politici, gli ho chiesto di restare a testa. Non farlo sarebbe stato un delitto. Credo che nemmeno la magistratura sarebbe lieta se gli si desse il potere di fare e disfare amministrazioni che stanno lavorando».
La decisione del gip indebolisce la sua posizione nella trattativa con Renzi per evitare i tagli alle regioni?
«Il dialogo con Renzi lo faccio a testa alta. Che le regioni siano state danneggiate come immagine dalla vicenda Rimborsopoli, che le ha colpite a vario titolo, è fuori di dubbio. Ed è altrettanto fuori di dubbio che questo sia un segnale che le regioni devono fare bene compiti di risanamento della spesa. Per altro, va anche detto che in Piemonte i rimborsi sono già stati aboliti nell`altra legislatura. Tra l`altro è stato adottato un atteggiamento garantista per vicende simili che hanno coinvolto anche alcune figure di governo».
Nessuna retromarcia?
«E perché? Anche io sono a favore della legge di stabilità, semplicemente lavoro per rendere sostenibile questa manovra per le Regioni e per i cittadini. Se ci saranno le condizioni si troverà un accordo altrimenti ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità».
Presidente come la mettiamo con l`opinione pubblica?
«Servono fatti e non parole. Personalmente credo che sarebbe utile che il Consiglio regionale del Piemonte anticipasse nella sostanza i contenuti della riforma del Titolo 5 della Costituzione, e cioè equiparasse l`indennità dei consiglieri regionali a quella del sindaco del comune capoluogo».
Cioè arrivare prima di Renzi?
«Sarebbe un modo per dare una prima risposta ai piemontesi ma questa è una scelta sovrana del Consiglio regionale».