TERZO SETTORE, COINVOLGIAMOLO NEL RECOVERY
Nelle prime Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza trasmesse dal Governo al Parlamento e nelle prime bozze del documento steso dalle Commissioni bilancio non si trovano ancora indicazioni chiare sul coinvolgimento degli enti di terzo settore.
Pur essendo evidente che tutti gli assi di sviluppo indicati possono vedere il protagonismo del non profit, occorre comunque meglio focalizzare le opportunità che il terzo settore può valorizzare, trasformandole anche in buona occupazione, specie su base locale, femminile e giovanile.
Il rapporto Delors di diversi anni fa dal titolo “Iniziative locali di sviluppo e occupazione” suggeriva come un intelligente uso di incentivi (per l’avvio, a fondo perduto in quota, per rafforzare il patrimonio, ecc.) possa rendere economicamente sostenibili opportunità che diversamente non si colgono. Pensiamo al recupero di terreni agricoli e di immobili abbandonati, alla cura dei boschi, alla manutenzione del territorio, al turismo di prossimità nelle aree interne, all’agricoltura sociale, al social housing, all’impiantistica sportiva. Senza dimenticare i comparti più tradizionali in cui operano stabilmente gli enti di terzo settore.
Non si tratta di disperdere in mille rivoli le risorse, ma di determinare programmi da riprodurre, con modelli d’incentivo predefiniti.
Sono sicuro che queste opportunità saranno meglio considerate nelle prossime versioni del Piano e in quella definitiva, anche grazie al prossimo confronto parlamentare.