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Su adozione direttiva UE vita lavoro passi avanti ma non sufficienti

L’adozione della direttiva Ue sull’equilibrio vita e lavoro, a discapito del titolo, sembra più un pannicello caldo. Seppur siano stati fatti passi in avanti, è difficile esultare per la stabilizzazione dei 10 giorni di congedo di paternità obbligatori ed estesi ai dipendenti pubblici quando in altre parti d’Europa lo stesso periodo è di tre mesi. Così come i congedi parentali nella coppia vengono aumentati da 6 a 9 mesi e diventano usufruibili fino ai 12 anni del figlio anziché 6, ma con un’indennità ferma al 30% dello stipendio. In questo scenario non tutti possono permettersi di assentarsi dal lavoro per prendersi cura dei propri figli cosicché a rimanere a casa sono sempre e solo le mamme.

Servono misure e stanziamenti forti ma perché i problemi da affrontare sono grandi.

L’Italia è in piena crisi demografica, si fanno sempre meno figli e paradossalmente l’occupazione femminile continua a rimanere ferma intorno al 50%, ben oltre 10 punti al di sotto della media europea.

La nostra proposta è di congedi obbligatori per mamme e papà di 5 mesi ciascuno e indennizzati almeno all’80% dello stipendio a cui si possono aggiungere altri 6 mesi facoltativi cadauno, l’introduzione della possibilità di usufruire del part time per la coppia come in Germania e sostegni alle imprese per aiutarle a riorganizzare la loro attività. Analogamente alla proposta #genitoriallapari di @Volare (www.volareoggi.org/genitori-alla-pari).

È arrivato il momento di un forte cambiamento inclusivo nei nostri modelli di lavoro e nell’equilibrio del carico familiare perché, oltre a ovvi motivi di giustizia sociale, ci costa ben 7 punti di Pil e l’equilibrio generazionale del futuro. Dispiace vedere che non si fa abbastanza e che non si tenga conto del parere complessivo del parlamento.

Continuerò a battermi perché non ci sarà vera ripresa se non ci sarà più uguaglianza.

Chiara Gribaudo, parlamentare PD

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