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Le firme false offesa agli elettori. Pubblicate le motivazioni del tribunale amministrativo che ha annullato il voto regionale del 2010

La Stampa del 16/1/2014

Una sentenza, due certezze. Roberto Cota: «Per quello che ho letto io, dico che questa sentenza rafforza ancora di più il pensiero che ho già espresso. E cioè la necessità del ricorso al Consiglio di Stato. Siamo in un sistema ormai è completamente fuori controllo». Fiducia condivisa da Roberto Maroni: «Confidiamo nella saggezza del Consiglio di Stato», ha commentato da Milano. Mercedes Bresso: «Pienamente soddisfatta, mi sembrano motivazioni solide e inoppugnabili. Sono certa che il Consiglio di Stato ne prenderà atto».

Quattro anni fa

Il perimetro è la sentenza del Tar che ha annullato le elezioni regionali del 2010. Nello specifico le motivazioni, depositate ieri, che i legali del governatore e della maggioranza ripassano virgola dopo virgola in vista del ricorso al Consiglio di Stato: l’ultima chance. Bresso, semmai, è preoccupata dall’ulteriore perdita di tempo: «Spero che a questo punto il Consiglio di Stato faccia in fretta. In assenza di certezza normativa, la stessa maggioranza non è più sicura di quali sono i suoi margini di autonomia, non si sa nemmeno chi dovrà indire nuove elezioni. Cota? Ma se non è più presidente! Come fa a indire nuove elezioni?». Da qui l’annuncio della prossima mossa: «Una volta terminata la partita, chiederò al Consiglio di Stato di fare chiarezza. L’imperativo è tornare a votare il prima possibile».

Le reazioni

Cronaca di una giornata travagliata, l’ennesima per la Regione, scandita dalle reazioni alla sentenza del Tar e dall’attesa per le richieste di rinvio a giudizio, ormai imminenti, per i consiglieri coinvolti nell’inchiesta di «Rimborsopoli».

Sul primo punto si esercita prevalentemente l’opposizione, dal Pd (Gariglio) al Movimento 5 Stelle (Bono): «La falsità delle firme della lista Pensionati per Cota ha invalidato e travolto tutto il procedimento elettorale: non si può far altro che andare al voto il prima possibile». Scarse le reazioni della maggioranza. Ci prova Gilberto Pichetto, vicepresidente della giunta e coordinatore regionale di Forza Italia: «Quella del Tar mi pare una sentenza draconiana, assolutamente non condivisibile. Confido nel Consiglio di Stato». Una dichiarazione isolata, in un clima di stanchezza generale: «Ormai si ha veramente la sensazione che sia finita», commentava ieri un assessore della giunta.

Le firme false

Le elezioni del consiglio regionale del Piemonte sono state macchiate da voti irregolari in tutt’e due le coalizioni. A sostenerlo sono i giudici del Tar, che con la loro decisione hanno di fatto aperto la strada a nuove elezioni. Tra i giudici non ha fatto presa, come giustificazione, il fatto che il governatore Cota e Michele Giovine, artefice delle firme false apposte alle candidature della sua lista «Pensionati per Cota», abbiano tirato in ballo tra gli argomenti difensivi anche le irregolarità commesse dalla lista avversaria «Pensionati e Invalidi per Bresso», capeggiata da Luigina Staunovo Polacco, firmataria del ricorso assieme la Bresso.

L’offesa agli elettori

I veri sconfitti, a leggere uno dei passi più significativi della sentenza depositata ieri dai giudici della prima sezione del Tar piemontese, sono gli elettori. «Una volta acclarata la rilevanza numerica delle liste illegittimamente ammesse alla competizione elettorale – scrivono i giudici, con a capo il presidente Lanfranco Balucani – l’effetto perturbatore che ne discende sull’espressione della volontà degli elettori è da intendersi come direttamente proporzionale al numero e alla portata di dette liste illegittime». Altro che matematica delle falsità: le irregolarità non si elidono a vicenda, come hanno sempre sostenuto nel centrodestra per salvare il salvabile. Anzi, rendono peggiore il risultato. «L’assommarsi di liste illegittime, anche se collocate su fronti contrapposti della competizione elettorale, giammai attenua, ma al più aggrava, l’effetto di alterazione della corretta espressione del voto, che è alla base, laddove se ne apprezzi una non trascurabile consistenza quantitativa, della invalidazione generale della procedura elettorale». I legali di Cota e di Giovine avevano tentato di introdurre nel procedimento l’effetto numerico dei «Pensionati per Bresso», ma il Tar, al di là del commento, ha giudicato l’iniziativa inammissibile, per la violazione di procedure giuridiche.

L’ultima tegola

Non è finita qui. Adesso tocca a Rimborsopoli. Oggi sono attese le richieste di rinvio a giudizio dei consiglieri indagati di peculato, truffa alla Regione e finanziamento illecito ai partiti. Ieri gli avvocati dei consiglieri sono stati convocati dal procuratore aggiunto Andrea Beconi che ha annunciato l’imminente consegna degli atti al tribunale.

Corte dei conti

Adesso si rivolgeranno anche alla corte Costituzionale i legali di Cota per fermare i giudici della Corte dei Conti piemontese interessati a spulciare le spese dei consiglieri dal 2003 al 2008. Vedremo come andrà a finire.