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“Un solo contratto di lavoro e basta sprechi nella Ue”: la ricetta di Alessia Mosca
Intervista ad Alessia Mosca su Il Giorno del 8/5/2014 – di Massimiliano Mingoia
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«Emergenza disoccupazione? Propongo un contratto unico europeo. Euro sì euro no? Le imprese italiane sanno bene che l’uscita dalla moneta unica renderebbe il nostro Paese più povero. Il problema immigrazione? Finora l’Unione europea ha fallito. Gli sprechi comunitari? Basta con la doppia sede Bruxelles-Strasburgo». Alessia Mosca, capolista del Pd alle Europee nella circoscrizione Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Val d’Aosta) ieri ha partecipato a un forum elettorale nella sede del Giorno. La Mosca, attualmente parlamentare italiana, ha risposto alle domande del vicedirettore Laura Fasano, del capocronista di Milano Guido Bandera, del responsabile de IlGiorno.it Roberto Baldini e dei lettori.
Emergenza disoccupazione. Ci spiega la sua proposta di contratto unico europeo?
«La mia proposta è un mattoncino, non può essere la risposta al tema molto complesso della disoccupazione. Ma è una proposta concreta che si rivolge ai lavoratori europei, in particolare giovani. Ci sono persone che hanno lavorato due anni in un Paese, sei mesi in un altro e poi magari sono tornati nel loro Stato di origine. Il contratto unico europeo, ad esempio, potrebbe aiutarli a ottenere il ricongiungimento dei contributi maturati nel corso degli anni di lavoro nei vari Paesi».
Euro sì, euro no. In questa campagna elettorale ci sono partiti che chiedono il ritorno alla lira. Il Pd come si pone di fronte a questi programmi anti-euro?
«Nei miei incontri elettorali di queste ultime settimane ho sentito poche imprese che si dicono favorevoli a uscire dall’euro, perché sanno bene che il ritorno alla lira non comporterebbe vantaggi per il nostro sistema produttivo: il vantaggio di una svalutazione della lira, tutto da dimostrare, sarebbe più che compensato dallo svantaggio dell’acquisto della materie prime con prezzi nelle altre monete, euro in primis. Le imprese, che sanno fare i conti, capiscono bene che l’uscita dall’euro renderebbe l’Italia più povera. Bisogna stare attenti a dare delle false vie d’uscita dai problemi economici».
Sì o no a correttivi all’euro?
«Sì. Noi vogliamo costruire un’Europa in cui la moneta sia un pezzo di una politica economica comune. Un correttivo potrebbe essere quello di avere la possibilità di emettere eurobond».
Immigrazione. Il Mediterraneo dovrebbe essere il confine meridionale dell’Europa ma concretamente viene considerato solo il confine dell’Italia. È così?
«Sulla politica dell’immigrazione c’è stato un fallimento dell’Unione europea. Il problema degli sbarchi non può riguardare solo i Paesi di confine come l’Italia, ma deve essere un problema comunitario. Non è pensabile che l’Europa lasci soli i Paesi dove gli immigrati sbarcano. Ma su questa emergenza ci sono responsabilità anche dell’Italia, che nella Ue avrebbe dovuto fare alleanze con gli altri Paesi per porre sul tavolo il tema dell’immigrazione».
Sprechi europei. Favorevole o contraria all’eliminazione di una delle due sedi del Parlamento europeo a Bruxelles e Strasburgo?
«È ingiustificabile che ci sia una doppia sede. È una battaglia che, se eletta, porterò avanti».
La signora Adelia chiede perché dare il voto ad Alessia Mosca per entrare nell’Europarlamento viste le sue molte assenze nelle votazioni del Parlamento italiano.
«Nel mio sito Internet c’è il bilancio dei miei sei anni di attività in Parlamento. Credo di essere una delle poche parlamentari che ha al suo attivo quattro leggi, approvate nonostante il Pd fosse all’opposizione: la più nota è la legge Golfo-Mosca sulle quote rosa».