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Gariglio: «Con i tagli ai giornali locali l’informazione è in pericolo»

Il segretario regionale Pd Davide Gariglio contro la riduzione dei fondi

Intervista a Davide Gariglio su Torino Cronaca del 26/11/2014

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gariglio-consiglioregionaleLa battaglia per la libertà di informazione arriva anche in Regione. Sotto attacco ci sono centinaia di testate in tutta Italia, 26 solo in Piemonte, messe in pericolo dal taglio dei fondi nazionali per l’editoria annunciati dal Governo Renzi. E a essere colpiti sono proprio i giornali locali, che possono contare sulla forza dei propri lettori ma non sul finanziamento dei grandi gruppi. Dopo gli interventi del segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Franco Siddi, e la presa di posizione dei nostri deputati che hanno depositato un emendamento alla Legge di stabilità, ora è il segretario regionale del Pd Davide Gariglio a lanciare l’allarme. Da capogruppo di maggioranza in Regione, presenterà un ordine del giorno per difendere il settore.


Segretario Gariglio, in Piemonte sono 1.500 i posti di lavoro in pericolo. Una realtà che riguarda non solo i giornalisti, ma anche gli edicolanti, i dipendenti delle tipografie, i distributori, i trasportatori.
«La situazione è davvero preoccupante, perché appunto il possibile taglio dei posti di lavoro è sia diretto che indiretto. Pensiamo infatti a tutte le persone e le famiglie che ruotano attorno al mondo dei giornali: un impatto doppio su tutta la popolazione e che viene moltiplicato dagli effetti della lunga crisi già esistente».
Inoltre, a venire meno sarebbero proprio le testate locali, alcune storiche e radicate da molti anni sul territorio. Un tipo di informazione a cui i lettori sono affezionati e che non può essere sostituito con altri mezzi.
«Chi conosce bene il Piemonte sa che in molte realtà, in Provincia di Torino come altrove, sono proprio quelli a carattere locale i giornali più letti perché hanno una copertura capillare che è fondamentale per le comunità. Io vedo un rischio: che a sopravvivere siano solo le grandi testate, che sono sempre in perdita ma stanno in piedi grazie alle ricapitalizzazioni fatte dai grandi gruppi che hanno alle spalle».

È infatti un problema di libertà, innanzitutto.

«Luigi Albertini, storico direttore del Corriere della Sera, diceva che ci doveva essere una separazione fra chi fa i giornali e chi ha in mano il potere economico. Se invece si abbatte la democraticità chiudendo i giornali, l’informazione diventa sempre meno libera e sempre più condizionabile dai pochi grandi gruppi esistenti. Si creano conflitti di interesse ancora maggiori, viene a mancare quella pluralità che i giornali locali sicuramente garantiscono».
Come capogruppo Pd in Regione cosa intende fare?
«Siamo disponibili a presentare un ordine del giorno in Consiglio regionale per sollevare il problema».