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Basta violenza neofascista

Mentre l’Italia esce dal Lockdown durato tre mesi, mentre milioni di italiani sono stati raggiunti dalle misure prese per soccorrere il paese bloccato dal virus, e altri purtroppo no, e mentre le forze politiche in Parlamento insieme al Governo, provano a ragionare sulle misure per la ripresa, una parte dell’inevitabile disagio sociale e delle sofferenze che si sono create in questi mesi trova forme di espressione in manifestazioni dichiaratamente di estrema destra e neofasciste.

Se ci pensate, a parte le manifestazioni del centrodestra organizzate molto discutibilmente nel giorno della Festa della Repubblica, le altre forme di manifestazione politica di questi giorni sono state: l’adunata arancione del Gen. Pappalardo, la manifestazione di estrema destra svoltasi in Piazza del Popolo a margine di quella di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia; e sabato 6 Giugno, la manifestazione svoltasi al Circo Massimo e nei dintorni, organizzata dalla neonata organizzazione “I Ragazzi d’Italia”, movimento neofascista con base a Brescia, anche se a chiedere l’uso del Circo Massimo alla Questura era stata direttamente Forza Nuova.

Lo dico chiaro. Parlo a titolo personale ma so di interpretare il pensiero di tutto il Partito Democratico. Noi pensiamo che il patto costituzionale che sostiene il nostro Paese non possa più accettare che in nome di una estensiva interpretazione degli Art. 17 e 21 della Costituzione, il primo che sancisce il sacrosanto diritto di riunirsi pacificamente previo preavviso in luogo pubblico, e il secondo che difende l’altro fondamentale diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, si possa sempre e comunque concedere a chi professa la violenza come metodo di manifestare. Dubito fortemente che quella squadra di ultrà neofascisti, che si vede chiaramente nei filmati, vestiti interamente di nero e con mazze in mano che si è staccato dal gruppone salendo improvvisamente su via del Circo Massimo per cercare di assalire le forze dell’ordine a cui hanno lanciato fumogeni, fosse cosi tanto rispettosa dell’Art. 17, e altrettanto dubito che chi ha aggredito un fotoreporter lo fosse, e dubito anche che chi ostenta sempre in questi e altri casi, l’Art. 21 della Costituzione, si sia in buona fede dimenticato, che leggi ordinarie dello Stato, hanno successivamente condizionato questo Art. 21.

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