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Furia: “Destra arrogante e incapace. Spieghino ai piemontesi le scelte sulle norme su gioco d’azzardo e caccia”

Fonte: Lo Spiffero del 19/6/2020

Consiglio paralizzato e maggioranza impantanata. Al centro dello scontro l’Omnibus, con le controverse norme su gioco d’azzardo e caccia. “Spieghino ai piemontesi queste scelte”, attacca il segretario Pd Furia che rilancia sulla commissione d’inchiesta Covid

“Ci spieghino e lo spieghino ai piemontesi qual è la vera ragione dell’urgenza con cui vogliono approvare provvedimenti per cambiare le leggi sul gioco d’azzardo e sulla caccia. Non ci stanno dicendo nulla”. Paolo Furia è segretario regionale del Pd dalla fine di dicembre del 2018, sei mesi dopo il centrosinistra avrebbe perso le elezioni, riconsegnando dopo il quinquennio della giunta Chiamparino il Piemonte nelle mani del centrodestra, a fortissima trazione leghista. Una maggioranza che oggi si impunta contro la commissione di inchiesta sull’emergenza Coronavirus, che imbraccia il contingentamento per bloccare ulteriori ostruzionismi delle opposizioni, che infila nottetempo nell’Omnibus due testi come quello sulla caccia e quello sul gioco d’azzardo, che porta a un livello di conflitto con rari precedenti i lavori in aula e che, adesso, vede in campo lo stesso governatore Alberto Cirio per cercare una via d’uscita dal cul-de-sac in cui si è infilata.

Segretario Furia, lei vede interessi particolari dietro l’accelerazione della maggioranza che governa la Regione per cambiare in tutta fretta queste due leggi?
“Non so e non ho elementi per dirlo. Senza dubbio è una fretta molto strana. Hanno inventato ogni sorta di macchinazione per arrivare di corsa, senza un confronto in aula, a stravolgere delle normative che, invece, hanno impiegato nella scorsa legislatura tempi lunghi di lavoro, come due anni e mezzo nel caso della caccia e nel caso del gioco decine e decine di consultazioni. Non si capisce il motivo per cui stanno obbligando il consiglio regionale a legiferare con questa rapidità e con questa modalità. Noi chiediamo che ci dicano qual è la vera ragione”.

La questione delle due norme che il centrodestra vuole modificare è importante, ma racconta anche altro di questa maggioranza. Lei come la sintetizzerebbe in due parole?
“Arroganti e incapaci”.

L’arroganza politica l’ha già descritta, l’incapacità?
“Non sono all’altezza di governare questa regione, se lo fossero saprebbero distinguere quali sono gli argomenti si cui bisogna procedere con un iter legislativo in commissione e con consultazioni pubbliche. O forse non voglio distinguere. Chi vuole governare deve avere un senso delle priorità, loro dimostrano di non averlo”.

Quindi voi che fate, oltre all’ostruzionismo?
“Devono essere stanati. Hanno detto che vogliono modificare la legge sulle slot per i posti di lavoro, ma siamo in piena crisi post covid e abbiamo anche apprezzato alcune scelte drastiche seppur prive di visione, come quella dei contributi alle imprese. Siamo tutti consapevoli della situazione. Ma non ci vengano a dire che la modifica della legge sul gioco è per l’occupazione. Anche perché se va in porto la loro impostazione, coloro che si sono adeguati alla normativa, e parlo degli esercenti, ne uscirebbero penalizzati e si farebbe un favore a chi non si è messo in regola”.

Diceva dell’incapacità.
“Il Piemonte ha un assessore alla Sanità del tutto incompetente in relazione alla gravità del problema che si è dovuto affrontare con la pandemia. Questo a partire dall’enorme ritardo con cui si è deciso la gara per l’acquisto delle mascherine: un mese, cosa che non è successa né in Emilia-Romagna governata dal centrosinistra, ma neppure in Veneto dove il governatore è della Lega. Noi, invece, qui abbiamo assistito in questi mesi a un atteggiamento molto ansioso da parte della giunta. Ansia di andare sui giornali e soprattutto sui telegiornali, sempre per raccontare cose che non avevano ancora fatto oppure senza essersi premuniti di verificare dove stava il collo di bottiglia delle loro decisioni. Meno annunci e più fatti. Non si promettono le mascherine per il 1° maggio visto che in alcune zone non sono arrivate ancora oggi”.

Tutte cose che avreste tirato fuori nella commissione di inchiesta sull’emergenza sanitaria se la maggioranza, dopo una prima apertura da parte del suo omologo leghista Riccardo Molinari non avesse alzato un muro.
“Avrebbe fatto bene la maggioranza ad accettare la commissione di inchiesta perché poteva esser uno strumento con il quale andare a vedere, tutti insieme dove sono le falle e le ragioni”.

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