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NUOVO OSPEDALE ASL TO5, MOBILITAZIONE DEL PD DI FRONTE ALLA SEDE ASL

MONTAGNA: «SONO ANCORA IN ATTESA DI ICARDI E CIRIO: VENGANO A VISITARE CON ME IL PRONTO SOCCORSO DEL SANTA CROCE DI MONCALIERI»

Tutto il Pd cittadino e coalizione di centro-sinistra al fianco del sindaco nella lotta per la realizzazione del nuovo nosocomio dell’Asl To5

Un sindaco determinato a combattere per la sua città e per difendere la sanità pubblica: Paolo Montagna promette battaglia seguito da tanti amministratori pubblici ma anche dagli addetti ai lavori dell’ospedale di Moncalieri e dai cittadini della cintura Sud di Torino.

Sotto il gazebo del Pd, nei pressi della sede Asl To5 di Moncalieri, il primo cittadino si è interrogato sul comportamento dell’assessore alla Sanità regionale, Luigi Icardi, che ha manifestato l’intenzione di rivedere il progetto del futuro nuovo ospedale dell’Asl To5, palesando rischi di esondazione per il terreno prescelto.

«Io non so dove viva Icardi, ma ritengo che non abbia minimamente idea di quali siano le condizioni di lavoro nel pronto soccorso del Santa Croce e di quali siano le condizioni dei cittadini – si interroga Montagna -. Io so che in alcuni casi ci sono persone attendono giorni in barella prima di essere ricoverate e che i medici e gli operatori sanitari lavorano in condizioni di emergenza costante. A loro va il mio plauso e il mio appoggio più totale».

«Invito nuovamente e ufficialmente il presidente Cirio e l’assessore Icardi a farsi un giro con me tra le barelle del pronto soccorso – rimarca Montagna -, lo aspetto per consegnargli la perizia idrogeologica sul terreno dove dovrebbe sorgere il futuro ospedale: non sono i politici ad averlo scelto ma i tecnici della Regione Piemonte che ora lavorano con lui».

«Io non voglio che i cittadini di Moncalieri, Nichelino, Chieri, in futuro debbano andare a Torino o ad Asti per curarsi – conclude Montagna – Io sogno l’eccellenza per la mia città e per ognuno dei 300mila abitanti dell’ASL TO5, e può diventare realtà dato che ci sono i soldi, c’è il progetto. Bisogna partire subito con i lavori e non tornare indietro. Sarebbe sufficiente che la politica pensasse alle prossime generazioni e non alle scorse (o prossime) elezioni.

Noi continueremo a batterci, come abbiamo fatto nel recente passato per salvare Emodinamica e la Terapia Intensiva Neonatale: ricordiamoci che la Sanità pubblica non è di destra o di sinistra ma bensì un bene da difendere, se necessario anche con le barricate».