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Furia: «Basta rimpalli, ora serve unità. Cirio accetti la tregua col Pd»

Sintesi dell’intervista al segretario piemontese del Pd Paolo Furia su Corriere Torino del 29 ottobre – di Gabriele Guccione

Paolo Furia, segretario piemontese del Pd, che idea si è fatta lei delle proteste di lunedì?
«Le due piazze vanno tenute distinte. Un conto sono le proteste civili, motivate da una situazione di sofferenza oggettiva. Un altro le forme di violenza e di aggressione che, come si è visto ancora a Roma, spesso sono fomentate da organizzazioni della destra estrema come Forza Nuova».

Maurizio Marrone, assessore regionale di Fdl, ha fatto notare che in piazza Vittorio, dove non ci sono stati disordini, c’era la destra, mentre in piazza Castello la guerriglia è stata esaltata da Askatasuna.
«Io non ho alcun problema a dissociarmi da eventuali componenti della sinistra extraparlamentare o di alcuni ben noti centri sociali torinesi, considerato il trattamento che in genere queste forze riservano al Pd durante il corteo del primo maggio, con provocazioni che spesso portano a scontri violenti. Marrone può dire la stessa cosa di Forza Nuova? Io me lo aspetterei da un assessore della Regione».

«Il segretario Zingaretti ha proposto a governo e regioni, ma anche alle opposizioni, un patto di non aggressione e di collaborazione per uscire insieme dall’emergenza».

Lei si sente di far sua la proposta?
«Io consiglierei al presidente Alberto Cirio e alla sua maggioranza di accettare questo patto, perché nessuno è indenne da errori e da limiti e continuare a puntare il dito gli uni contro gli altri non è un comportamento all’altezza della crisi che stiamo vivendo. È nei momenti di estrema difficoltà che si vede di che pasta è fatta una classe dirigente».

Il mini-lockdown non ha fermato solo bar, ristoranti e palestre, ma anche le primarie: come farà il centrosinistra a scegliere il proprio candidato sindaco per il 2021?
«Per ora la sospensione delle primarie durerà fino alla fine di novembre, cioè quando scadrà l’ultimo decreto del presidente del consiglio».