consiglieri news News e comunicati
A proposito di Web Tax
Sappiamo benissimo che la propaganda spesso viene usata per distrarre i cittadini dai veri problemi che chi governa non vuole o non è in grado di risolvere. Purtroppo è di questo che stiamo parlando se analizziamo la proposta di legge al Parlamento che Cirio ha presentato alla stampa e in commissione nei giorni scorsi.
Venduta come una proposta per alzare la tassazione per i colossi digitali, altro non è che un messaggio per i commercianti, duramente colpiti dalla crisi, a partire dal titolo stesso della proposta: “Interventi a favore di operatori economici…”.
Se c’è un tema attuale e peculiare della nostra epoca è proprio quello della tassazione ai grandi colossi digitali. Aziende multinazionali che fatturano cifre superiori alle ricchezze di intere nazioni, che operano a livello planetario e che, di conseguenza, hanno un peso e una forza enormi.
Realtà che sfruttano le diverse politiche fiscali nazionali per pagare meno tasse possibili con il solo scopo di aumentare i profitti, con la politica che, relegata nei confini nazionali, non riesce ad affrontare con efficacia questa situazione.
Ci troviamo di fronte al “fallimento degli stati nazionali” così come spiegato dal filosofo Slavoj Zizeck: sono “falliti” perché hanno esaurito la loro funzione storica. Per i problemi odierni, almeno per quelli più importanti, serve una politica trans-nazionale capace di confrontarsi con una dimensione finanziaria planetaria. Diversamente rimarremo solo spettatori inermi: vale per la questione ecologica, ma anche per le politiche fiscali…
Non è un caso che di questo tema si occupino sì i Parlamenti, ma soprattutto l’UE, consapevole, ormai, che su questo tema serve un’azione su larga scala. Poche settimane fa proprio Gentiloni, infatti, ha ribadito che, se non si troverà un accordo all’interno dell’OCSE su questo tema, l’UE procederà da sola. Ogni azione di un singolo stato europeo sarebbe inefficace. In un contesto come questo la proposta regionale, oltre a essere velleitaria, si configura per quello che è realmente: un tentativo maldestro di sviare l’attenzione mentre si manda un messaggio ai commercianti: “vorrei aiutarvi, ho anche fatto una proposta al Parlamento, ma nessuno mi da retta…”.
Campagne elettorale permanente. Perché in realtà, il cuore della boutade di Cirio non è aumentare la tassazione dei colossi digitali, ma bloccare le maggiori entrate a favore dei piccoli commercianti…
A riprova di come i cultori del libero mercato come risolutore di ogni problema si trasformino in protezionisti quando vedono le loro teorie fallire dinanzi alla Storia. Il tema è troppo importante per essere affrontato in questa maniera superficiale: ma al di là della propaganda del presidente Cirio, è una questione che deve interrogare profondamente un partito riformista come il nostro che deve saper porre con forza, all’interno del PSE, l’urgenza di una riforma condivisa a livello europeo all’interno di una discussione più ampia su cosa sia oggi una società giusta a partire dalla redistribuzione delle ricchezze.