il segretario News e comunicati
Abbiamo tutte le risorse per superare a testa alta questa fase senza subalternità.

Assistiamo con sgomento alla crisi politica della maggioranza che sorregge il Governo Conte Bis. Andare al voto anticipato sarebbe traumatico. Molte sono le ragioni che sconsigliano il ritorno al voto. Ne cito due soltanto. Primo: ci vuole un Governo in carica, nel pieno dei suoi poteri, per investire e programmare oggi la spesa delle ingenti risorse europee destinate al nostro paese. Ritardare questo piano, che produrrà lavoro, occupazione e investimenti, sarebbe un errore che pagheranno imprese e lavoratori, ed esporrebbe al rischio che qualcuno in Europa chieda di ritrattare e ridurre la quota destinata all’Italia. Secondo: per trattare a testa alta con le grandi multinazionali del farmaco, che comunicano senza motivazioni chiare che ridurranno le dosi di vaccinazione destinate al nostro paese, è necessario avere un governo in carica: nemmeno la campagna vaccinazioni può essere ridotta a un mero fatto burocratico, che può tranquillamente andare avanti da solo nonostante la crisi politica. Ecco perché sarebbe irresponsabile ora precipitare il paese al voto anticipato.
Si tratta tuttavia di una strada inevitabile nel caso in cui non si trovi in Parlamento una maggioranza stabile che dia fiducia ad un Governo. Per ora tra le forze politiche implicate nella vicenda sembrano prevalere tatticismi e forzature. Da una parte, sembra molto difficile comprendere le reali condizioni poste da Italia Viva. Parrebbe, al fondo, voler forzare alle dimissioni di Conte, con preferenza per un nuovo Governo appoggiato da un Presidente del Consiglio diverso. Uno schema che in ogni caso non tiene conto del fatto che il partito maggioritario in questo Parlamento, il Movimento 5 Stelle, parrebbe completamente indisponibile a qualsiasi esclusione di Conte dalla Presidenza del Consiglio. Tra Italia Viva e il M5S, dunque, incomunicabilità completa. In mezzo ci siamo noi, forza responsabile per definizione, il cui senso di responsabilità non può però essere dato per scontato all’infinito. Gettare acqua sul fuoco generato da altri, ricucire le corde tirate troppo e poi rotte da altri, tradurre i messaggi più o meno in codice favorendo dialogo tra gli altri soggetti di questa maggioranza, non può essere l’unico compito del nostro partito: vero che bisogna “costruire ponti e non muri”, ma questa bella massima dovrebbe valere per tutti, non solo per il PD. Il nostro partito, per lealtà nei confronti di Conte, che finora è stato il punto di equilibrio della maggioranza parlamentare il cui gruppo principale è rappresentato dal M5S, ha manifestato verso il comportamento di Renzi forte insofferenza e condanne severe. Italia Viva ci ha trascinato in questa crisi, ha rotto la corda che andava tirando da tempo. Alcuni segnali di pace sembrano essere arrivati proprio da Italia Viva in questi giorni. Credo che tocchi proprio a Italia Viva dimostrare di voler fare sul serio, se intende ricucire col Governo ed evitare lo scioglimento prematuro delle Camere a pochi mesi dal semestre bianco.
D’altra parte, il PD fa bene a chiedere a Conte discontinuità su alcuni fronti e lealtà. Tutto il vociferare di queste settimane su una ipotetica “lista Conte” non fa bene alla maggioranza, poiché, come mostrano tutti i sondaggi, rischierebbe di essere un gioco praticamente a somma zero, che però indebolirebbe “gratuitamente” il PD. Credo si debba considerare Conte una risorsa importante, ma il PD, così come non deve essere subalterno a Renzi, non deve essere subalterno a Conte. Per non esserlo, dovrà caratterizzarsi non solo per responsabilità nella tenuta dei punti di sintesi e di equilibrio in Parlamento, ma per la radicalità e il coraggio delle proprie proposte. Possono non esserci oggi le condizioni parlamentari per difendere un’ipotesi di riforma fiscale complessiva, che sposti la pressione progressivamente dai redditi ai patrimoni, o per il superamento della Bossi-Fini, o sul reclutamento del personale delle pubbliche amministrazioni a partire da scuola, università e ricerca: ma tocca al PD caratterizzarsi, ad esempio, intorno a queste tre questioni, nel caso, anche per differenza tanto verso Renzi quanto verso Conte. Più volte il Segretario Zingaretti ha proposto l’apertura di una rinnovata fase costituente del PD, che supera le correnti interne, i pacchetti blindati di tessere, le posizioni più o meno conformiste di pezzi del suo gruppo dirigente. Non appena la morsa della pandemia si ridurrà, bisognerà riprendere in mano questa idea. Il PD dispone di un patrimonio di cultura politica unico in Italia. Abbiamo tutte le risorse per superare a testa alta questa fase senza subalternità. I nostri militanti, i nostri elettori, ci chiedono questo.
Paolo Furia