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Azzardo: il PD partecipa al presidio per la Difesa della Legge contro il Gioco d’azzardo
Domani, mercoledì 14 aprile, alle ore 9.30 si terrà il presidio per la Difesa della Legge contro il Gioco d’Azzardo Patologico a Torino, in Piazza Castello, di fronte alla Giunta regionale. Il Partito Democratico parteciperà con convinzione in difesa di una buona legge, che ha consentito agli esercenti di adeguarsi e ai cittadini di essere meno esposti al gioco, con un impatto positivo per la salute e per la lotta alla povertà.
La Regione Piemonte ha richiamato in aula per mercoledì 14 aprile la Proposta di Legge sul Gioco D’azzardo, con lo scopo di accelerare i tempi della discussione e saltare le audizioni delle associazioni. Per questo occorre mobilitarsi. Il Partito Democratico farà la sua parte con convinzione, dentro e fuori dall’aula.
Paolo Furia, Segretario Pd Piemonte
Monica Canalis, Vicesegretaria Pd Piemonte
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Giù le mani dalla legge regionale sul GAP, una norma che funziona e tutela i più fragili
E’ inaccettabile l’atteggiamento della maggioranza verso la legge regionale per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico.
Una norma che funziona come confermano tutti gli indicatori raccolti nei report diffusi dall’entrata in vigore nel 2016: i volumi del gioco fisico sono in costante riduzione; le perdite sono diminuite di molto, a livello nazionale sono scese di 0,9%, mentre a livello regionale del 16,5% (se avessimo tenuto l’andamento nazionale i cittadini avrebbero perso circa 500 milioni di euro in più); tra il 2016 e il 2019 i pazienti in carico ai servizi sanitari piemontesi per dipendenza dal gioco sono diminuiti del 20,6%. Per citare solo alcuni esempi.
Ciononostante il centrodestra, sotto la spinta della Lega, insiste nel tentativo di modificarla senza alcun confronto né con le forze politiche presenti in Consiglio né con il vasto mondo del volontariato che da anni si occupa degli effetti devastanti della ludopatia e ignorando del tutto l’allarme che arriva dal mondo sanitario e scientifico.
Nel 2016 ci fu un lungo confronto interno ed esterno al Consiglio che portò a un punto di equilibrio tanto che la norma fu votata all’unanimità. Oggi, con la destra al governo, la maggioranza senza ascoltare nessuno si appiattisce completamente sulle richieste delle lobby dell’azzardo rimuovendo dalla discussione tutti gli aspetti socio-sanitari, legati alle nuove povertà e al diritto alla salute, che hanno portato le Regioni e i Sindaci a farsi carico degli effetti dell’eccesso di offerta di gioco degli ultimi decenni.
Siamo di fronte a un settore economico, quello del gioco, che è cresciuto a dismisura, anche per le scelte sbagliate dello Stato, che, per troppo tempo lo ha considerato solo come una leva fiscale. Un fenomeno che oltre a produrre ricchezza, però, ha generato costi sociali e sanitari altissimi pagati da migliaia di famiglie italiane.
Sono l’eccesso di offerta e l’atteggiamento dello Stato che hanno generato la situazione attuale e non la legge regionale che è stata solo un tentativo di riequilibrare una situazione sfuggita di mano.
Coloro che vogliono cambiare la norma strumentalizzano il problema del lavoro scaricando sulla legge regionale i problemi derivanti dal blocco delle attività del gioco dovute al Covid e dall’incapacità del settore del gioco lecito di adeguarsi a quanto previsto dalla norma, nonostante siano stati concessi 5 anni di tempo.
Come opposizioni non faremo un passo indietro in aula, dove abbiamo presentato migliaia di emendamenti, nelle piazze e su ogni mezzo di informazione anche per smascherare con un puntuale fact checking le “bugie” della propaganda che hanno messo in campo.
Con la legge regionale 9/2016 abbiamo cercato di regolare un fenomeno che, diversamente, genererebbe costi sociali e sanitari elevati, di fare in modo che si possa lavorare in maniera dignitosa senza che nessuno paghi, in termini di salute, l’eccessiva espansione di un settore economico. L’evoluzione del gioco nella nostra regione, così come i dati del comparto (-10% del gioco fisico dal 2016 al 2019 e non del 90% come annunciato) ci stanno dando ragione: non c’è alcuna ragione di cambiare questa legge.
Domenico Rossi, Vicepresidente della Commissione Sanità
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“Aumenteranno sfratti e licenziamenti a causa della pandemia, e non è il caso di favorire il gioco d’azzardo impoverendo ulteriormente tanti piemontesi. Il Presidente Cirio e gli assessori Chiorino, Caucino e Icardi ci dovranno spiegare quale è la loro idea di creazione di posti di lavoro, di lotta alla povertà e di tutela della salute.”
«Non permetteremo l’abrogazione della legge regionale vigente sul contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico, che ha fatto conseguire ottimi risultati: sono diminuiti del 20% i pazienti con dipendenza da gioco, si sono ridotti i volumi giocati e i volumi persi e non c’è stato un effetto sostituzione con il gioco on line. La legge piemontese, che ricordo essere stata approvata durante la Giunta Chiamparino all’unanimità (quindi votata anche dalla Lega e dalla destra che ora vorrebbero cambiarla!) non è una normativa proibizionista, ma semplicemente pone dei limiti, dei paletti, alla collocazione e agli orari di apertura delle sale slot, sale scommesse, ecc., in particolare a tutela dei luoghi sensibili e delle fasce di popolazione più a rischio. E per questo va difesa»: lo afferma la consigliera regionale e vice segretaria Pd Piemonte Monica CANALIS alla vigilia della seduta del Consiglio regionale in cui inizierà la discussione della proposta di legge presentata dal leghista Leone, che ha l’obiettivo di cancellare l’attuale normativa in vigore (la Legge regionale 9/2016). «L’articolo 13 ha previsto un periodo di transizione, per dar modo agli esercenti di adeguarsi, periodo che scade a maggio. È evidente che la fretta della Lega è dettata dal voler mettere i gestori al riparo dalle eventuali sanzioni (ma 5 anni non sono stati sufficienti per mettersi in regola?) e saltare la fase delle audizioni e quindi del confronto con le associazioni. Gli argomenti a difesa dell’occupazione di chi lavora in questo settore sono pretestuosi, infatti la Legge regionale 9/2016 finora può aver contribuito a far perdere poche decine di posti di lavoro nelle sale slot, compensati dai posti di lavoro che si sono creati nelle tabaccherie. Quello che invece è ben più grave, è il costo economico, sociale e sanitario causato da questa dipendenza. Nei prossimi mesi aumenteranno sfratti e licenziamenti a causa della pandemia, e non è il caso di favorire il gioco d’azzardo impoverendo ulteriormente tanti piemontesi. Il Presidente Cirio e gli assessori Chiorino, Caucino e Icardi ci dovranno spiegare quale è la loro idea di creazione di posti di lavoro, di lotta alla povertà e di prevenzione sanitaria e tutela della salute. Avranno tutto il tempo di farlo durante i lavori in Consiglio, perché come minoranze faremo ostruzionismo in aula, per tutto il tempo che sarà necessario».