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Bobba “La crisi occupazionale al primo posto”
Intervista a Luigi Bobba su La Sesia del 11/3/2014
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Ha giurato venerdì scorso il nuovo sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba che entra così ufficialmente nella squadra di governo di Matteo Renzi e del neo ministro Giuliano Poletti.
Una nomina importante per Lei e per il territorio
Credo che abbia giocato a mio favore la fiducia per il lavoro che ho svolto nella precedente legislatura nella commissione Lavoro e l’attività associativa fatta in passato.
Da dove partiamo?
Nel nostro Paese abbiamo uno straordinario sistema di piccole e medie imprese dove la differenza tra datore di lavoro e dipendente è un filo sottile, un sistema delle autonomie locali, dei municipi, che resiste come funzione vitale e una rete di associazioni di volontariato, mutualistiche e cooperative che ci hanno consentito di reggere anche in questi momenti di difficoltà. Senza comprendere questi tre motori è difficile capire l’Italia e credo che Renzi faccia molto affidamento su questa Italia. Inoltre il ministro Poletti sa di lavoro e d’impresa perché viene dal mondo cooperativistico e punta molto sulla capacità di costruire senza avere un approccio conflittuale. Adesso è il momento di alzare la testa.
La crisi occupazionale resta al primo posto dell’agenda
Mercoledì nel consiglio dei ministri Renzi porrà le basi per la Jobs Act e la semplificazione delle procedure. In particolare c’è da definire nuove regole per l’assunzione degli apprendisti e mettere mano alle coperture per i non tutelati dagli ammortizzatori sociali. Circa trecentomila unità. Con un occhio di riguardo al reinserimento lavorativo. Inoltre sono previste nuove misure per tirocini di sei mesi riservati a chi esce dal mondo della scuola. Un miliardo e mezzo di euro messo a disposizione da Governo, Regioni e fondi comunitari. Tra l’altro, c’è la novità del nuovo ministero che si chiamerà del Lavoro, Welfare e Terzo Settore. Anche per questo, avendo accorpato nuove competenze, alcune prima in capo alla presidenza del consiglio, i sottosegretari sono passati da tre a quattro.
Ci sono ancora esodati che ringraziano la Fornero
Sul problema degli esodati sono già stati fatti cinque provvedimenti che hanno dato copertura a circa 175mila lavoratori. Ma ne restano ancora molti. Soprattutto nell’area dei contributi volontari. Una ricognizione non sempre facile e che già nel recente passato è stata materia di polemiche circa i numeri. C’è in corso, in commissione Lavoro, un provvedimento per meglio individuare i potenziali esodati, soprattutto di quest’area della contribuzione volontaria. Per quanto riguarda il futuro c’è anche un’idea del presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano per creare un sistema pensionistico flessibile di incentivi e disincentivi.
Si parla molto anche di cuneo fiscale
Per Irap e Irpef sono previsti provvedimenti a due cifre per circa 10 miliardi.
L’obiezione è sempre la stessa: dove trovate i soldi?
Andranno trovati dalla riduzione della spesa, dalla filiera Cottarelli, il commissario alla Spending review, e dal rientro di capitali dalla Svizzera. Il tema vero resta: mettere in moto i meccanismi della crescita. Basti pensare che nel 2013 sono stati versati 3 miliardi e mezzo in meno d’Iva. Segno inequivocabile che i consumi sono calati. Buona cosa sarebbe riuscire a rimuovere il patto di stabilità per i piccoli comuni, almeno quelli sotto i cinquemila abitanti. Cosa già fatta per le spese d’investimento. Occorre dire: chi ha i soldi in cassa può spenderli. Sarebbe una boccata d’ossigeno soprattutto per artigiani, piccole e medie imprese perché le amministrazioni potrebbero avviare lavori e opere di manutenzione oggi fermi proprio a causa del patto di stabilità.