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Terzo settore: Bobba, riforma è un ‘Civil Act’
Intervista a Luigi Bobba – Ansa del 14/5/2014
“E’ una sorta di ‘Civil act'”: cosi’ Luigi Bobba, sottosegretario al Welfare con delega al Terzo settore, politiche giovanili e Servizio civile, definisce, sulla scia del Jobs Act, le linee guida di Matteo Renzi per una riforma del Terzo settore. “Non e’ una riforma piccola o di settore – spiega Bobba all’ANSA – ha l’ambizione di essere un provvedimento che lasci un segno rilevante, di ridisegnare l’assetto normativo e le modalita’ di utilizzo delle risorse per conseguire i tre obiettivi che vengono delineati nelle linee guida”. Che sono, come si legge nel documento, costruire un nuovo welfare partecipativo, valorizzare il potenziale dell’economia sociale e delle attivita’ del terzo settore e premiare con adeguati incentivi e strumenti di sostegno tutti i comportamenti donativi dei cittadini e delle imprese.
“Negli anni passati – continua il sottosegretario – si e’ proceduto quasi sempre o per legislazione di settore, come per la legge sul volontariato, oppure in ambiti specifici come tutta la parte fiscale. In questo caso si vuole tenere insieme un orizzonte che abbia a cuore da un lato la disciplina civilistica e dall’altro le diverse leggi di settore e poi il raccordo tra queste e la legislazione fiscale. Un impianto che dia stabilita’ normativa e assetto delle risorse a questo mondo. In piu’, si occupa di servizio civile e impresa sociale, vettori che potrebbero poi anche camminare con strumenti normativi propri”. “Il futuro welfare – chiarisce – non potra’ essere quasi esclusivamente pubblico come accaduto in passato, ne’ vogliamo che ci sia una deriva di welfare di tipo privatistico. L’idea e’ di dar vita a un welfare di tipo partecipativo. Dall’altro lato, con l’impresa sociale si vuole far tesoro di questa esperienza ed estendere la possibilita’ di fare impresa con finalita’ non solo di profitto anche ad altre forme giuridiche come quella cooperativa”. Quanto al Servizio civile, vengono chiamati in causa centomila giovani “per fargli fare un’esperienza originale di difesa della patria collegandola con un percorso pre-lavorativo, pre-professionale: anziche’ tenerli a spasso gli si offre una opportunita’ che va a integrarsi con lo strumento della Garanzia Giovani: e’ un disegno ambizioso che richiedera’ la messa a punto di nuovi strumenti, come per esempio il fondo per l’impresa sociale che era stato annunciato da Renzi a meta’ marzo”. Un grande cambiamento rispetto alla dimensione attuale del Servizio civile nazionale, diventato residuale nei numeri (con l’ultimo bando sono partiti appena 15 mila ragazzi), ma anche perche’ estende di molto il valore dell’esperienza, che puo’ valere come credito formativo, universitario, etc. “Un’altra novita’ e’ che puo’ essere fatto anche in Europa, un po’ sul modello Erasmus”. Un’altra novita’ della riforma, spiega Boba, riguarda l’estensione dei campi in cui si puo’ agire come impresa sociale, come ad esempio il commercio equo e solidale, lo housing sociale, il microcredito. “Far si’ che possano entrare anche soggetti di natura privata che fanno da investitori e che ci sia una parziale remunerazione del capitale investito. Adottare una legislazione fiscale simile a quella fatta per le start up innovative” precisa. Il sottosegretario sottolinea inoltre il punto che riguarda i “voucher per i servizi alla persona”: introdotti gia’ da qualche anno sul modello francese, in realta’ non hanno avuto finora un grande successo. Che intende fare il Governo per renderli piu’ attrattivi? “Offrire una deduzione fiscale piu’ significativa di quella attuale” risponde.