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Boccuzzi: “Così sarebbe un gran passo indietro per le vittime del lavoro”
Intervista ad Antonio Boccuzzi su la Repubblica del 23/6/2014 – di Ottavia Giustetti
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“NON è possibile, sarebbe un disastro non solo per noi che alla Thyssen quel giorno c’eravamo, ma anche per tutti gli altri comitati di lavoratori che con questo processo si sono mobilitati, da Viareggio all’Ilva di Taranto, all’Eternit di Casale”: è il commento di Antonio Boccuzzi, ex operaio Thyssen, unico sopravvissuto al rogo della notte del 6 dicembre 2007 alla notizia che il processo potrebbe andare verso la prescrizione. “È incredibile che possa accadere a questo che è il processo simbolo della difesa della sicurezza dei lavoratori nel nostro Paese”.
Lei come ex operaio ferito durante l’incendio ha scelto di seguire un iter processuale diverso che, per il momento, non ha avuto maggiore fortuna. Ci può spiegare?
“Sì, poiché la procura non ha contestato le lesioni dolose in penale, ho deciso di partire con un processo civile che adesso è appena concluso in primo grado”.
Cosa ha chiesto che venisse riconosciuto?
“Insieme al mio avvocato Renato Ambrosio abbiamo tentato di ottenere che per quel tragico incidente fosse riconosciuto il danno punitivo che in Italia non è disciplinato ma in altri Paesi sì”.
Volevate fare giurisprudenza anche in civile, insomma. Cosa hanno deciso i giudici?
“Ci hanno riconosciuto il massimo delle tabelle di danno economico, ma purtroppo ci hanno dato torto sul danno punitivo.
Secondo me non hanno avuto coraggio. Ma noi siamo ottimisti e faremo appello”.
Lei ha anche seguito, come spettatore particolare, le tappe del processo penale. E ha intrapreso una strada di impegno politico dopo l’esperienza alla Thyssen. Come vede l’eventualità della prescrizione?
“Sarebbe un passo indietro eclatante. Ho visto e seguito il processo penale e so quanta speranza ha dato alle vittime degli incidenti sul lavoro e alle loro famiglie. Ricordiamo che ogni anno sono centinaia”.