Ius Culturae: Borghi (Pd), no subalterni a Salvini. Si riparta
(AGI) – Roma, 3 ago. – “Non bisogna avere subalternità rispetto alla narrazione Salviniana. Bisogna avere l’atteggiamento opposto rispetto a chi racconta che chiunque abbia un colore della pelle diverso dal nostro sia da considerare un nemico”.
Lo dice il deputato del Partito Democratico, Enrico Borghi, interpellato dall’AGI a proposito della proposta del capogruppo Graziano Delrio di riprendere i lavori sullo Ius Culturae in Commissione Affari Costituzionali per arrivare velocemente all’approvazione di una legge sulla cittadinanza.
Una proposta, quella di Delrio, che ha provocato la reazione dello stato maggiore del Movimento 5 Stelle. Vito Crimi, capo politico dei pentastellati, l’ha definita “sconcertante”.
Ma Borghi ribatte: “Premesso che il disegno di legge sullo Ius Culturae e’ a prima firma Giuseppe Brescia – che non e’ un esponente del Pd – e che nel M5s c’e’ una sensibilita’ molto articolata, bisogna evitare di farsi prendere dai patemi d’animo.
Il disegno di legge sullo Ius Culturae – continua Borghi – riguarda i bambini nati in Italia da genitori che risiedono da tempo nel nostro Paese. E’ una cosa diversa dalla gestione dei flussi di migranti e dall’emergenza. Stiamo parlando di mele e di pere, insomma. Con lo Ius Culturae smontiamo dall’interno la propaganda salviniana, distinguiamo quelli che hanno titoli e diritto a stare in Italia da quelli che non li hanno”.
Per l’esponente dem, insomma, si può ripartire dal lavoro rimasto incompiuto a causa dell’emergenza Coronavirus e del Lockdown.
Il lavoro in Commissione si e’ fermato al termine delle audizioni e ora “il relatore deve mettere a punto il testo base, ha la titolarità di poterlo fare e noi chiediamo che si faccia”.