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Damiano: “Unificare le ispezioni”

Intervista a Cesare Damiano su Il Manifesto del 22/5/2014 – di Antonio Sciotto

il-manifesto-logoLa solu­zione per ren­dere più effi­cace e tute­lato il com­pito degli ispet­tori del lavoro, oggi sotto attacco da parte dell’opinione pub­blica, potrebbe essere quella di uni­fi­care atti­vità fram­men­tate tra decine di enti – dall’Inps all’Inail, dal mini­stero alle Asl – con un coor­di­na­mento unico, anche un’agenzia. Come d’altra parte pro­pon­gono gli stessi ispet­tori, che il mini­stro del Wel­fare Giu­liano Poletti «dovrebbe ascol­tare»: «Per­ché agi­scono sul campo e sono gli unici in grado di dare i giu­sti sug­ge­ri­menti alla poli­tica». Il pre­si­dente della Com­mis­sione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), già mini­stro del Lavoro sotto Prodi nel 2006–2008, non ha dubbi: «Biso­gna tor­nare a valo­riz­zare que­ste figure».

Dopo il sui­ci­dio di un panet­tiere di Napoli, che pure teneva tre per­sone in nero, gli ispet­tori sono stati presi di mira, para­go­nati agli esat­tori «cat­tivi» di Equitalia.

Non è una novità, visto che rap­pre­sen­tano un po’ l’anello debole della catena. Per­ché pos­sono essere con­tem­po­ra­nea­mente accu­sati di non pro­teg­gere a suf­fi­cienza i lavo­ra­tori e di ves­sare le imprese. Io distin­gue­rei tra even­tuali eccessi buro­cra­tici – con­trolli sem­pre alle stesse aziende, quelle che magari non ne hanno biso­gno, o visite in gior­nate suc­ces­sive di mini­stero, Inps, Asl – dalla buona azione di ispe­zione, che invece deve essere garantita.

Come potrebbe inter­ve­nire il ministero?

Col governo Prodi abbiamo svolto un’azione di tutela e pro­mo­zione di que­ste figure, per­ché devi met­terle nelle con­di­zioni di poter lavo­rare. Non solo dare i mezzi: giu­sti rim­borsi su ben­zina, vet­ture, tele­fo­nini, ma anche moni­to­rare quanti sono, dove stanno e che effi­ca­cia abbiano i con­trolli. Io ho sta­bi­liz­zato le assun­zioni già pro­gram­mate da Maroni, e ne ho fatte di nuove. Ho sbu­ro­cra­tiz­zato le atti­vità, tra­sfe­ren­doli dalla scri­va­nia ai can­tieri, incre­men­tando di molto le ispezioni.

Un’azione che poi deve essersi persa per strada, visto che oggi lamen­tano appunto di non avere ade­guati rim­borsi e mezzi.

Di mezzo c’è stato il governo Ber­lu­sconi, che ha tra­sfor­mato il giu­sto equi­li­brio tra pre­ven­zione e repres­sione in una logica di com­pli­cità tra azienda e lavo­ra­tore, met­tendo in discus­sione l’attività ispet­tiva, non pro­teg­gen­dola ade­gua­ta­mente. Si è enfa­tiz­zata l’esigenza di non infie­rire nei con­fronti delle imprese, si sono rare­fatti i con­trolli, facendo pas­sare l’immagine che le ispe­zioni siano inu­tili se non addi­rit­tura per­se­cu­to­rie. Così si semi­nano idee cat­tive, ma poi è inu­tile lamen­tarsi del fatto che aumen­tino l’evasione, l’aggiramento della legge o gli inci­denti sul lavoro.

Come ren­dere effi­caci le ispezioni?

Credo che si debba inter­ve­nire in modo selet­tivo sulle imprese, non puoi andare in modo indif­fe­ren­ziato. Vanno indi­vi­duate quelle a mag­gior rischio: nella metal­lur­gia e lavo­ra­zione del legno, per esem­pio, hai più inci­denti, men­tre in edi­li­zia hai molte cadute dall’alto. Nelle pic­cole e medie imprese c’è un mag­giore aggi­ra­mento delle leggi, men­tre alla Fiat tro­ve­rai cer­ta­mente delle buste paga rego­lari. Que­sto però non signi­fica che non devi andare nelle grandi realtà: pen­siamo alla side­rur­gia, dove l’incidentalità è altissima.

Pro­prio per non clo­nare a ripe­ti­zione ispe­zioni oggi dell’Inps e domani dell’Inail, o per creare grosse «squa­dre» per le aziende più grandi, gli ispet­tori pro­pon­gono l’istituzione di un’Agenzia unica delle atti­vità ispettive.

Nel Testo unico sulla sicu­rezza già noi ave­vamo lavo­rato di con­certo tra mini­stro del Lavoro e della Salute: con Livia Turco e i sot­to­se­gre­tari Mon­ta­gnino e Patta facemmo un lavoro di uni­fi­ca­zione che pre­ve­deva anche il coor­di­na­mento delle atti­vità ispet­tive. Ci vuole una volontà poli­tica di uni­fi­ca­zione di strut­ture oggi dif­fe­ren­ziate: pen­siamo a Inail, Inps, cara­bi­nieri, ispet­tori del lavoro o delle Asl.

Poletti dovrebbe par­lare con gli ispettori?

Poletti è stato preso dall’inizio dell’attività di governo e oggi c’è la cam­pa­gna elet­to­rale. Però ha dichia­rato di voler inter­ve­nire. Visto che è sorto que­sto pro­blema, che voi de il mani­fe­sto avete denun­ciato, penso che dovremmo anche come Com­mis­sione lavoro della Camera pro­muo­vere un’iniziativa di atten­zione. Credo che sia molto utile ascol­tare gli ispet­tori: chi lavora sul campo è l’unico in grado di dare i giu­sti sug­ge­ri­menti alla poli­tica. Il governo potrebbe avva­lersi di que­sto con­fronto per miglio­rare nor­ma­tive a van­tag­gio delle imprese senza far venir meno le tutele per i lavo­ra­tori. Con il dia­logo e la concertazione.