|  |  |  |  | 

Homepage News e comunicati parlamentari news Rassegna stampa democratica

Giorgis: “Pubblici gli elenchi degli iscritti Pd”

Intervista ad Andrea Giorgis su la Repubblica del 5/7/2014 – di Dario Longhin

giorgis.andreaDOPO la sospensione del segretario del circolo di Caselle, Franco Zaccone, e dell’assessore di Bruzolo, Antonino Triolo, iscritti al Pd e finiti nell’inchiesta “San Michele” sui tentativi di infiltrazione della ‘ndrangheta, nei Democratici piemontesi si apre la discussione su come cambiare le regole di accesso e selezione. Il segretario regionale, Davide Gariglio, ha dato mandato a Mario Sechi, Mimmo Mangone e Dimitri Buzio di confrontasi con magistrati, sociologi ed esperti per capire quali possano essere le innovazioni necessarie. Un “comitato dei saggi” con compiti esplorativi e di elaborazione di una proposta.

«In questo caso — spiega Gariglio — siamo già andati oltre, non siamo stati garantisti sospendendo degli iscritti anche se non indagati. Siamo stati rigidi per dimostrare che il Pd non è acquiescente». Il dibattito sulle “nuove regole” oggi sarà al centro dell’assemblea che si terrà a Vercelli. La prima dopo l’elezione di Sergio Chiamparino che sarà presente.

Le idee non mancano. Il deputato e costituzionalista Andrea Giorgis propone di «rendere pubblici gli elenchi degli iscritti». E la privacy? «È sufficiente che si chieda l’autorizzazione. Non trovo che sia deplorevole fare parte di un partito, anzi, è un atto di impegno civile. Siccome credo che il Pd sia un partito sano e fatto da persone per bene rendiamolo trasparente pubblicando gli elenchi sia nei circoli sia on-line. Una casa di vetro». E poi, secondo Giorgis, è necessario che ci si iscriva solo nella sezione vicino a casa: «Devono essere ridotte al minimo e vagliate le iscrizioni fuori residenza. Ci possono essere, ma devono rappresentare una quota minima». Anche Mimmo Carretta, responsabile organizzazione del Pd di Torino, ha preparato alcune proposte, sul modello Spd. «Si può distinguere tra socio sostenitore e socio militante, con diverse quote di tessera, la seconda molto più alta perché permette di essere eletto negli organi dirigenti del partito e di candidarsi a cariche isti- tuzionali». Non solo. «Da quando una persona si iscrive a quando si può candidare devono passare tre anni. Insomma, un diritto che si acquisisce con la militanza».

Secondo il capogruppo del Pd in sala Rossa, Michele Paolino, «si devono mettere fuori dal Pd non solo i mercanti dal tempio, ma quelli che aprono le porte del tempio ai mercanti». L’area di sinistra del partito, con l’onorevole Stefano Esposito e l’ex sindaco di Settimo Aldo Corgiat, pensano «a nuove regole che fissino incompatibilità tra incarichi amministrativi, economici e direzione politica». Nel mirino, tra gli altri, Giancarlo Quagliotti, contemporaneamente presidente di Musinet, società del gruppo Sitaf e membro della segreteria regionale. Stesso pensiero arriva dai civatiani Daniele Viotti, Fabio Malagnino e Jacopo Suppo: «Vanno recisi i troppi rapporti che legano dirigenti del partito ad aziende». E Gariglio cosa dice? «Auspico una discussione positiva, nessuno cerchi rivalse o vendette».