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Borghi propone una legge speciale nel post alluvione
su vconews.it
Un Piano di ricostruzione da realizzare con la Regione, le Province e i Comuni
Una due giorni di visite, incontri e richieste, quella che hanno vissuto in Piemonte il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, e il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Roberto Morassut.
Un venerdì e un sabato nei quali i due esponenti di Protezione Civile e Governo sono stati accompagnati dal deputato Dem Enrico Borghi. E proprio l’ex sindaco di Vogogna lancia tre proposte per superare questo difficile momento: un decreto di somma urgenza, un Piano di prevenzione e una Legge speciale per il Piemonte.
“Sono stati due giorni molto intensi, per il quali voglio ringraziare sia il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Roberto Morassut, per essere venuti in Piemonte ed essersi resi conto di persona della gravità della situazione. E al tempo stesso voglio ringraziare i Sindaci, i volontari, le istituzioni e le comunità che abbiamo incontrato in questi due giorni di incontri nelle province di Biella, Vercelli, Novara e Verbano Cusio Ossola, in quell’Alto Piemonte piagato ma non piegato dalla furia degli eventi.
Ora è il momento della ricostruzione. E dobbiamo avere in testa una strategia precisa, non dobbiamo andare a casaccio e non dobbiamo inventare le cose su due piedi, magari comprensibilmente presi dall’emotività del momento.
Provo a dare il mio contributo in tal senso, nella piena consapevolezza che su questo dobbiamo lavorare tutti uniti, senza colori politici, in lealtà istituzionale e senza confini di maggioranze o opposizioni (e a tale proposito, fatemi citare per ringraziarli i ministri Azzolina e Guerini -che mi ha contattato telefonicamente- e i colleghi Davide Crippa, Roberto Pella, Cristina Patelli e Gilberto Pichetto Fratin coi quali abbiamo svolto una serie di sopralluoghi congiunti, oltre al Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e all’assessore regionale Marco Gabusi e al segretario del Pd Piemonte Paolo Furia che si sono attivati fortemente in queste ore).
Dicevo, una strategia. Che abbiamo affinato in queste ore con Borrelli e Morassut, e alla quale stiamo già lavorando. Distinta su tre livelli.
Decreto di somma urgenza. Il governo ha sgombrato dubbi in proposito: si farà. Sindaci e amministratori possono lavorare in tranquillità, perchè le spese straordinarie per far fronte alle emergenze del momento saranno coperte. La Regione Piemonte sta lavorando, il sinergia con Province e Comuni, e non appena arriverà a Roma il cosiddetto “quadro esigenziale”, il Consiglio dei Ministri (i ministri Azzolina e Guerini sono stati precisi in proposito, così come il direttore Borrelli) delibererà. La Regione Piemonte ha sin qui stimato 230 milioni di somma urgenza, dovremo trovarli nel bilancio statale attingendo al Fondo Straordinario Emergenze.
Piano di prevenzione. Da tutti gli interlocutori di questi giorni, sono giunte giuste e legittime richieste per la pulizia degli alvei dei fiumi e il rafforzamento della difesa del suolo. Mettiamoci al lavoro, senza tabù e senza letture ideologiche: i corsi d’acqua oggi sono pianificati nel Piano di Assetto Idrogeologico del Fiume Po, non ci sono più i rischi di “ruspa selvaggia” degli anni ‘70 e ‘80. E’ possibile costruire un piano di prevenzione per nuove opere contro il rischio idraulico, la pulizia degli alvei, la difesa del suolo, e il fatto che le assicurazioni arrivino dal sottosegretario all’ambiente titolare della delega al dissesto, il collega e amico Roberto Morassut, è un fatto molto importante.
Legge speciale per il Piemonte. L’alluvione ha lasciato sul campo uno scenario post-bellico: ponti crollati, strade distrutte, versanti franati, abitazioni sventrate, strutture produttive e abitative allagate e pesantemente danneggiate. Abbiamo bisogno quindi di una “legge speciale Piemonte”, che preveda interventi di tipo strutturale, manutenzione territoriale diffusa, la ricostruzione e lo sviluppo dei comuni alluvionati non solo per ricostruire i manufatti e le infrastrutture, ma anche per sostenere una economia territoriale che sta pagando un duro prezzo al combinato disposto tra la pandemia e l’alluvione. Dobbiamo prevedere un vero e proprio “Piano di Ricostruzione e Sviluppo” che nel riattivare e sostenere le attività produttive superi anche la concezione del credito d’imposta e apra al sostegno economico e finanziario delle imprese alluvionate e degli enti colpiti (penso alle scuole, ai centri di formazione,al terzo settore,alle fondazioni culturali che abbiamo incontrato in questi giorni e che hanno subito pesantissimi danni). Un Piano di Ricostruzione da realizzare con la Regione Piemonte, le Province e i Comuni. Teniamoci distanti da invenzioni istituzionali, centralismo e sperimentazioni che in altre parti d’Italia hanno bloccato la macchina ricostruttiva. Possiamo mettere in campo un “modello Piemonte” fatto di sussidiarietà e buon funzionamento della pubblica amministrazione, con Sindaci e amministratori locali appassionati che chiedono solo di essere messi in condizione di operare.
Al lavoro. Insieme”.
Enrico Borghi